Continuano gli screzi in Toscana tra associazioni venatorie. Ecco l'ultima puntata, la nota di Federcaccia Toscana in merito alle polemiche di Arci Caccia.
I fatti: al termine di una riunione in Regione emerge l’esigenza che le associazioni venatorie approntino con urgenza una richiesta unitaria alla Regione stessa per conferire agli ATC l’autorizzazione a compiere alcuni atti necessari per l’attività delle squadre di caccia al cinghiale. Federcaccia viene incaricata di predisporre una bozza da condividere con gli altri. Tutti ringraziano e provvedono ad utilizzare il lavoro svolto da Federcaccia Toscana.
Tutti? No, c’è chi protesta…
Perché il contenuto non va bene?
Macché, chissenefrega del contenuto, è il principio di lesa maestà che sembra animare la piccata ancorché formalmente cortese risposta di Arci Caccia, che a sottolineare l’importanza dell’accadimento, reca la firma “D’ordine – il Direttore Generale Osvaldo Veneziano”. Perché in effetti “… non risultano accordi intercorsi per la predisposizione di un documento in materia”. E’ vero, perbacco: in realtà si trattava di cinque righe e mezzo, di una comunicazione di servizio e non di un documento, condivisa dai presenti, predisposta con spirito di servizio e con apprezzamento delle altre associazioni venatorie (documentazione disponibile).
Irrilevante il tutto, se non fosse l’ennesima prova provata di un atteggiamento improntato al sospetto, di
una predisposizione malmostosa a cercare nella forma, a prescindere dal merito e dai contenuti, l’occasione per fare polemica e, se possibile, per attaccare briga.
Nell’interesse superiore della caccia, naturalmente…
Firenze, 29 maggio 2017
Federcaccia Toscana