In risposta ad un'interrogazione dei Senatori Gambaro, Barani e Lancella che evidenziava la devastazione dei terreni agricoli da parte della fauna selvatica nel bolognese, causati soprattutto dallo sconfinamento di caprioli, cervi, daini e cinghiali dal Parco della Badessa, il sottosegretario alla Difesa Gioacchino Alfano, ha fatto sapere che il Governo ha ben chiaro il problema della proliferazione a livello nazionale.
“Il Ministero – spiega Alfano - ha ritenuto opportuno aggiornare le linee guida per la gestione del cinghiale nelle aree protette. L'aggiornamento è stato operato in collaborazione con gli enti gestori dei Parchi nazionali e regionali. Tali linee guida rappresentano al momento il riferimento per la gestione della specie all'interno degli ambienti protetti, ponendosi come supporto agli strumenti di programmazione e regolamentazione di cui gli stessi gestori si devono dotare.
Per quel che attiene il controllo numerico di fauna selvatica in esubero o problematica nelle aree protette, la legge n. 394 del lontano 1991 prevede che il regolamento del Parco stabilisca le eventuali deroghe ai divieti, prevedendo eventuali prelievi faunistici ed eventuali abbattimenti selettivi necessari per ricomporre squilibri ecologici accertati dallo stesso Ente parco. I prelievi e gli abbattimenti dovranno avvenire per iniziativa e sotto la diretta responsabilità e sorveglianza dell'Ente parco ed essere attuati dal personale dell'ente o all'uopo espressamente autorizzato dallo stesso”.
Dopo la risposta di Alfano, che ha anche ricordato le possibilità di controllo della fauna garantite dalla 157/92 anche nei territori sottoposti a divieto di caccia, la Gambaro (ex M5S oggi del Gruppo Misto) ha fatto presente di aver appena sottoscritto un disegno di legge a firma della senatrice Fasiolo, che richiede nuove norme sulla caccia al cinghiale.