Durante l'assemblea annuale della Federcaccia di Bergamo, il presidente provinciale Lorenzo Bertacchi, ha sintetizzato le novità per la caccia lombarda.
Addestramento cani
"È stata introdotta una norma che consente di disciplinare l’addestramento cani durante la stagione venatoria anche negli ATC (ad oggi cosa non consentita) sino all’8 di dicembre, per tre giorni settimanali e segnando la giornata sul tesserino. Cosa che già si faceva a Bergamo in Zona Alpi. È stata introdotta una grave sanzione per chi addestra i cani nelle ZRC o nelle Oasi. Noi abbiamo subito chiesto una modifica della norma prima dell’approvazione affinchè la nuova grave sanzione si applicasse solo per l’addestramento fuori periodo. Infatti ora si rischia che chi si trovi in una zona addestramento cani e il cane gli fugga inseguendo un selvatico in una di queste aree vietate si trovi affibbiata una sanzione pesantissima. Ora stiamo cercando di introdurre la modifica: di certo si dovrà trovare un modo per evitare che una sanzione potenzialmente giusta e sacrosanta non diventi solo una fonte di iniquità.
La nuova legge sulla gestione del cinghiale
Nel frattempo in Regione, su forte spinta di Coldiretti, in data 11 luglio verrà discussa in Consiglio Regionale la nuova legge sulla gestione del cinghiale: da mesi stiamo dialogando con la regione per far valere le nostre ragioni e qualcosa è stato recepito, ma alcune decisioni rimangono non condivisibili. Innanzitutto vogliono caricare sugli ATC e i CAC – e dunque sui cacciatori – il 50% dei danni (oggi è il 10%). Inoltre intendono consentire il recupero degli animali feriti unicamente alle guardie provinciali.
Fidc Bergamo e Fidc Lombardia
In questo senso Federcaccia Bergamo e Federcaccia Lombardia si stanno muovendo sempre più nell’ottica di perseguire e realizzare il percorso che abbiamo tracciato due anni fa e che l’anno scorso abbiamo intrapreso. Soprattutto nel campo della difesa legale e della ricerca scientifica il piccolo aumento del costo della tessera è stato e sarà interamente reinvestito in interventi di rilevanza primaria per la caccia. Federcaccia è sempre pronta a sostenere le iniziative legali di interesse generale, anche quando afferenti a singole posizioni, indipendentemente dalla copertura assicurativa e monitora costantemente i lavori del consiglio regionale. La ricerca scientifica, abbinata eventualmente ai ricorsi giudiziari, rappresenta il nostro futuro e ricorrere ad essa è imprescindibile. Il nostro bagaglio di conoscenze empiriche e costruite sul campo in anni e anni di frequentazione della natura nelle diverse stagioni di fronte alle istituzioni non serve a nulla se non c’è una validazione scientifica.
I risultati della ricerca scientifica
E l’investimento sulla ricerca sta già dando i suoi frutti: non è certo un caso se la lista delle specie vulnerabili (usata dalla LIPU ogni anno come spauracchio contro i nostri calendari venatori) sia passata da 19 a 5 specie. Non è un caso se Federcacaccia e le Regioni che si sono opposte alla chiusura anticipata della cesena perpetrata dal ministero dell’ambiente nel 2016 hanno vinto i ricorsi. Li hanno vinti grazie ai dati e alla ricerca dell’Ufficio Avifauna migratoria di Federcaccia, che ogni anno trasmette alle regioni i dati e le informazioni necessarie per adottare calendari che contrastino efficacemente le richieste animaliste, spesso veicolate attraverso i pareri ISPRA. Fatto sta che proprio nel 2017 ISPRA ha riconosciuto che per bottaccio e cesena si possaarrivare alla data del 31 gennaio, aprendo di fatto alla modifica dei KC. La scomparsa dell’allodola tra le specie vulnerabili è la conferma di quanto Federcaccia ormai sostiene da anni e non posso che ricordare l’intervento del dott. Sorrenti all’assemblea 2016. È vero che l’allodola ha subito un calo, ma da qualche anno il trend della popolazione europea è costante e non più in declino e che il calo di presenze in Pianura Padana è riconducibile al cambiamento degli habitat ormai inospitali per questa specie. E ancora dall’inizio del 2017 Federcaccia ha ottenuto la pubblicazione di quattro ricerche ornitologiche nei lavori di congressi internazionali: la pubblicazione scientifica di settore è il riconoscimento della validità ufficiale dello studio, permettendone l’uso in sede istituzionale. Queste sono le iniziative concrete per salvare la caccia oggi. E queste sono le iniziative che dobbiamo far conoscere a chi pensa che oggi la caccia non solo sia un’attività rigidamente regolata, ma fondata su principi scientifici di sostenibilità ambientale. Inutile rimarcare che, a netta smentita di chi sostiene che Federcaccia non abbia a cuore la caccia alla migratoria, il 75% e oltre delle risorse investite in ricorsi e studi scientifici sia stato destinato proprio alla fauna migratoria. E anzi colgo l’occasione di informarvi che per il prossimo tesseramento dovrebbe essere pronta una polizza aggiuntiva, del costo di 10 euro, aggiungibile ad ogni altra tessera Federcaccia, e dedicata espressamente ai capannisti: questa polizza integrativa consentirà il risarcimento dei danni derivanti da incendio o atti vandalici sul capanno e il risarcimento – almeno parziale – per furto o morte dei richiami (ad esempio per attacco di rapaci, rettili o mustelidi)
L'unità del mondo venatorio
Tutti ne parlano ma pochi lo vogliono davvero. O meglio lo vogliono a modo loro. Per quanto ci riguarda oggi potremmo anche fare una unica associazione a Bergamo, ma ad oggi non ci sarebbero alternative all’affiliazione a Federcaccia Lombardia e Federcaccia Nazionale. In primo luogo in quanto oggi Federcaccia è l’unica associazione venatoria impegnata nella ricerca e che si vuole dare una struttura scientifica e moderna. In secondo luogo perché comunque sono i nostri compagni di viaggio a non volere l’associazione unica. Vorrebbero una “confederazione” in cui ogni associazione ha lo stesso peso: chi ha 500 soci deve avere lo stesso peso di chi ne ha dieci volte di più. Del resto chi se ne è andato ieri in cerca di visibilità, oggi ritiene troppo difficile emergere in un grande gruppo. Io credo che le persone valide che oggi stanno in altre associazioni non avrebbero problemi ad emergere anche in una associazione unica. E di certo molti di loro potrebbero mettere molto più a frutto le loro capacità in una struttura come quella di Federcaccia: sia per le risorse a disposizione che per la sinergia di professionalità diverse che operano in Federcaccia. Speriamo che la Fe.N.A.Ve.Ri. già istituita a livello nazionale, e che vogliamo costruire anche in Lombardia, possa essere il primo passo verso una vera unità. Unità che, lo voglio ricordare, passa necessariamente per l’unità di orizzonti e di vie da perseguire, con una progettualità rivolta con concretezza al futuro: se crediamo di poter lottare per tornare indietro di cinquant’anni promettendo voti non avremo futuro. Il futuro ce lo garantiremo se capiremo a sapremo far capire che è vero che siamo custodi di una tradizione, ma che al contempo siamo una componente moderna della società, che sa spiegare e motivare la sostenibilità della propria passione e anche l’utilità ambientale della propria attività. E per farlo non bastano i proclami, ma dobbiamo investire denaro ed energie: alzare la voce per farsi sentire oggi non significa prendere un megafono e gridare che siamo bravi, onesti e custodi dell’ambiente salvo poi infervorarsi se qualcuno propone di vietare la detenzione dei richiami elettroacustici. Farsi sentire oggi significa spendere in ricerca (350.000,00 euro in tre anni e mezzo per la sola FIDC Lombardia), ottenere pubblicazioni scientifiche di settore, e usarle con carta e penna, anche nei tribunali. Chi condivide questa impostazione in Federcaccia troverà sempre spazio e voglia di unità, con la consapevolezza che non è vero che le tessere e le associazioni sono tutte uguali: potranno esserlo le assicurazioni, ma non il lavoro e gli investimenti fatti in difesa della nostra Passione e che fanno oggi di Federcaccia una associazione venatoria di cui si può essere orgogliosi di far parte".