E' stata pubblicata solo qualche giorno fa la sentenza di fine aprile del Tar di Milano che interviene sulle disposizioni di Regione Lombardia relative al carniere dell'allodola nel calendario venatorio della scorsa stagione (2016 - 2017). Come già in precedenza, il Tar non ha accolto le motivazioni della Regione e, visto che la stagione è ormai chiusa, ha deciso per il risarcimento della ricorrente, l'Associazione per l'Abolizione della Caccia (LAC), a cui andranno 2.500 euro, più spese accessorie.
La Regione aveva consentito la caccia all'allodola nel periodo dal 1° ottobre 2016 al 31 dicembre 2016, di un carniere giornaliero e stagionale per cacciatore non superiore a: 20 e 80 capi per la caccia da appostamento fisso e 20 e 50 capi per la caccia vagante, compreso appostamento temporaneo. Disposizioni che, secondo il Tar,
non hanno tenuto in adeguato conto, "dei dati più recenti sull’andamento della popolazione della stessa specie, in relazione anche ai prelievi effettuati dai cacciatori lombardi, relativi agli anni 2013-2016, discostandosi pertanto dal parere reso dall’ISPRA senza essere supportato da un’adeguata istruttoria e motivazione".
Dichiarando il ricorso improcedibile e ritenendo di poter compensare le spese nei confronti di Ispra e Anuu Migratoristi, il Tar ha condannato la Regione alla rifusione delle spese processuali in favore della ricorrente, liquidate complessivamente in € 2.500,00, oltre accessori come per legge e rimborso del contributo unificato, ove versato.
La Lac in una nota ricorda che anche lo scorso anno la Regione aveva ricevuto la medesima condanna. "Invece di rispettare la legislazione nazionale e di occuparsi di questioni più serie e urgenti - scrive la Lac nel suo comunicato - , la Regione Lombardia continua senza vergogna a riapprovare deliberazioni che sono già state oggetto di motivate censure da parte dei giudici amministrativi, il tutto solo per accontentare un numero sempre più sparuto di cacciatori. Uno spreco di risorse e di soldi pubblici che avviene in un contesto di assenza di criteri di imparzialità, trasparenza ed adeguata motivazione".
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