Libera Caccia ha notificato in queste ore il ricorso
contro il Calendario Venatorio del Piemonte al Tar. Il mandato è stato conferito gli scorsi giorni all’Avv. Antonella Anselmo Lemme del Foro di Roma. "Appare illegittimo e sproporzionato un calendario che introduce divieti per molte specie rinviando a scelte irragionevoli già operate con leggi regionali - evidenzia il comunicato di Libera Caccia Piemonte".
"La giurisprudenza della Corte Costituzionale - si spiega nella nota - è chiarissima nel richiedere l’atto amministrativo per i calendari, strumento concreto e con cadenza annuale. Viceversa le leggi regionali, espressione di scelte politiche, non sindacabili dinnanzi al giudice comune, non possono assorbire la materia propria dell’atto amministrativo. Così operando la Regione Piemonte ha eluso la giurisprudenza della Corte Costituzionale ed ha inserito nel calendario norme irragionevoli, in palese contrasto con il principio europeo della saggia utilizzazione che regola il prelievo venatorio. Da qui anche la richiesta, avanzata con il ricorso, di disapplicazione del calendario venatorio perché irragionevole, sproporzionato e non adeguato in relazione al fine della conservazione dell’aviofauna e degli habitat, dunque in contrasto con il diritto comunitario".
"Nell’attesa della pronuncia, si auspica che la Regione intervenga con urgenza a revisionare il proprio calendario, tenendo presente i numerosi studi scientifici disponibili in materia e la minore pressione venatoria registrata nell’ultimo periodo" chiude la nota.
Questo ricorso si aggiunge a quello già depositato da Federcaccia Piemonte, insieme ad Enalcaccia ed E.P.S.