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Ungulati nelle aree protette toscane: “Quando i contenimenti?”


giovedì 15 giugno 2017
    

Caprioli nelle aree protette Toscana In merito al proliferare dei caprioli e degli altri ungulati nelle aree protette, il Consigliere regionale toscano Marco Niccolai ha interrogato la Giunta per sapere quale sia, ad oggi, lo stato di avanzamento del monitoraggio sulla consistenza degli ungulati all’interno delle aree protette presenti in Toscana, cosa prevista dalla Legge Obbiettivo al fine di conoscere quali siano le aree protette che necessitano di un piano di controllo degli ungulati.
 
“A circa un anno e mezzo dall’approvazione della Legge Obbiettivo - scrive Niccolai -, non risulterebbero stati effettuati né prelievi in controllo di ungulati all’interno delle aree protette, né sarebbe stato avviato il monitoraggio previsto nelle modalità sopra richiamate” evidenzia Niccolai.

Il consigliere intende sapere  quando verrà approvato tale piano nelle aree protette che presentano una densità critica di ungulati al proprio interno;  quali misure sono state messe in atto, o sono programmate, per il contenimento dei cervidi, ed in particolare del capriolo, nelle zone di ripopolamento e cattura;  quali misure sono state messe in atto, o sono programmate, per il contenimento dei cervidi ai fini della riduzione dei danni nelle aree caratterizzate da vigneti.
 

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7 commenti finora...

Re:Ungulati nelle aree protette toscane: “Quando i contenimenti?”

consiglio al Sig.Bonechi e a tutti i cacciatori che considerano la selvaggina una risorsa alimentare di pregio, di leggere il volume di Bernardino Ragni, WILDLIFE ECONOMY...

da Renato 16/06/2017 14.53

Re:Ungulati nelle aree protette toscane: “Quando i contenimenti?”

..e ora vogliono toglierli tutti addirittura pagando PH svedesi . Cose dell'altro mondo !

da Massi 16/06/2017 7.36

Re:Ungulati nelle aree protette toscane: “Quando i contenimenti?”

Caro Lucio io ho cacciato per 10 anni all'interno del Parco dell'Uccellina - Parco della Maremma, se avessero fatto pagare 500 - 600 euro (che è un ottimo prezzo!) per ogni palancone abbattuto avrebbero potuto incassare un bel gruzzolo da reinvestire a dovere... E l'organizzazione comunque c'è sempre stata. QUINDI GIA' PAGATA Come c'è anche ora, solo che a sparare sono le guardie. E SPESSISSIMO x fare gli straordinari notturni... Quindi di TRIPPA per GATTI non solo ce n'è, maa ce n'è anche troppissima e che ce l'ha vuole mangiarsela tutta e quella che avanza la vuol far marcire... Saluti M Guarda ad esempio cosa succede e/o succedeva nell'isola d'Elba con i mufloni... I non residenti potevano cacciarli a prezzo listino dai 1000 euro in su....

da Marco Benecchi x Lucio 16/06/2017 7.18

Re:Ungulati nelle aree protette toscane: “Quando i contenimenti?”

Perché costa più organizzare e gestire gli abbattimenti a pagamento di quanto si ricava dalla stessa attività, specie se a gestire la cosa fosse un baraccone pubblico come un Parco o una Zona Ripopolamento e Cattura. Caro Benecchi dalla caccia non c'è trippa per gatti.

da Lucio 15/06/2017 20.52

Re:Ungulati nelle aree protette toscane: “Quando i contenimenti?”

Se è vero che la fauna selvatica è un patrimonio di tutti, in particolare dello Stato, allora perché non gestirla anche per fini economici?Non vedo cosa ci sia di vergognoso, di indecoroso, di incivile nel consentire alcuni prelievi in zone ad altissima intensità di selvatici dietro pagamento di una giusta tassa.Non capisco perché devono essere la Guardie Forestali, i Guardia Parco o peggio ancora le Guardie Giurate Volontarie e/o Zoologiche ad eseguire numerosi abbattimenti senza che ci sia nessun introito. Anzi, forse tali abbattimenti potrebbero risultare addirittura dispendiosi se effettuati in orari al di fuori dei normali turni di lavoro. Se qualcuno fosse in grado di spiegarmi perché non ci hapensato nessuno ad una simile eventualità, me lo faccia sapere. Cordialmente Marco Benecchi

da Marco Benecchi 15/06/2017 17.33

Re:Ungulati nelle aree protette toscane: “Quando i contenimenti?”

Riporto un piccolo articolo che avevo scritto anni orsono su questo "spinoso" problema FORSE E’ ARRIVATO IL MOMENTOPER QUALCUNO DI FARE DELLE SCELTE CORAGGIOSE Se è vero che la crisi nazionale da preoccupante è ormai diventata drammatica, perché non consentire la caccia a pagamento all’interno delle aree protette?“ Gestire al meglio ogni forma di risorsa” è ormai diventato il mantra del nuovo Governo italiano, ma a volte, per farlo bene, occorre procedere con interventi coraggiosi, che forse né i politici né gli amministratori locali hanno la voglia di affrontare. Come ad esempio consentire degli abbattimenti mirati sia di Selezione sia di contenimento dei branchi all’interno dei Parchi Naturali e delle Oasi Protette. Infatti, non sono MAI riuscito a spiegarmi perché su tutto l’Arco Alpino, dalla Francia alla Slovenia si praticala caccia allo stambecco dietro il pagamento di una generosa tassa di abbattimento, mentre da noi in Italia, dove indubbiamente esiste la popolazione più consistente, no. Stessa cosa per quanto riguarda tutti gli altri Parchi Nazionali italiani. Recentemente mi è stato confidato che in un’Oasi di Protezione e Cattura sono dovuti “intervenire” per contenere i branchi di cinghiali che praticamente avevano invaso e devastato un intero tratto di litorale toscano, dai giardini delle case private addirittura agli stabilimenti balneari. In un solo giorno, un Guardiacaccia “volontario”, si è vantato di averne abbattuti ventiquattro! Ora mi chiedo, pagando cento euro di tassa d’abbattimento per ogni capo, l’Amministrazione locale quanto avrebbe guadagnato? Stesso discorso per quanto riguarda il Parco della Maremma, dei Monti Sibillini, dello Stelvio, del Gran Paradiso e, perché no, anche del Parco Nazionale d’Abruzzo, dove i vecchi camosci vengono lasciati morire di stenti piuttosto che concedere il permesso “a pagamento” di poter eseguire un abbattimento mirato.

da Marco Benecchi 15/06/2017 17.32

Re:Ungulati nelle aree protette toscane: “Quando i contenimenti?”

Riporto un piccolo articolo che avevo scritto anni orsono su questo "spinoso" problema FORSE E’ ARRIVATO IL MOMENTOPER QUALCUNO DI FARE DELLE SCELTE CORAGGIOSE Se è vero che la crisi nazionale da preoccupante è ormai diventata drammatica, perché non consentire la caccia a pagamento all’interno delle aree protette?“ Gestire al meglio ogni forma di risorsa” è ormai diventato il mantra del nuovo Governo italiano, ma a volte, per farlo bene, occorre procedere con interventi coraggiosi, che forse né i politici né gli amministratori locali hanno la voglia di affrontare. Come ad esempio consentire degli abbattimenti mirati sia di Selezione sia di contenimento dei branchi all’interno dei Parchi Naturali e delle Oasi Protette. Infatti, non sono MAI riuscito a spiegarmi perché su tutto l’Arco Alpino, dalla Francia alla Slovenia si praticala caccia allo stambecco dietro il pagamento di una generosa tassa di abbattimento, mentre da noi in Italia, dove indubbiamente esiste la popolazione più consistente, no. Stessa cosa per quanto riguarda tutti gli altri Parchi Nazionali italiani. Recentemente mi è stato confidato che in un’Oasi di Protezione e Cattura sono dovuti “intervenire” per contenere i branchi di cinghiali che praticamente avevano invaso e devastato un intero tratto di litorale toscano, dai giardini delle case private addirittura agli stabilimenti balneari. In un solo giorno, un Guardiacaccia “volontario”, si è vantato di averne abbattuti ventiquattro! Ora mi chiedo, pagando cento euro di tassa d’abbattimento per ogni capo, l’Amministrazione locale quanto avrebbe guadagnato? Stesso discorso per quanto riguarda il Parco della Maremma, dei Monti Sibillini, dello Stelvio, del Gran Paradiso e, perché no, anche del Parco Nazionale d’Abruzzo, dove i vecchi camosci vengono lasciati morire di stenti piuttosto che concedere il permesso “a pagamento” di poter eseguire un abbattimento mirato.

da Marco Benecchi 15/06/2017 17.30