In una nota Eps Campania commenta alcuni passaggi del Calendario Venatorio 2017 - 2018 appena approvato. "Il testo tiene conto anche delle nuove disposizioni contenute nell’art. 42 della Legge 96 del 2010 e per alcuni aspetti del conseguente documento rilasciato dall’ISPRA nonché della Guida per la stesura dei Calendari Venatori regionali. Infatti sono posticipate al 10 febbraio la chiusura per il colombaccio e per i corvidi. Per restare nell’arco temporale massimo i corvidi dopo le cinque giornate di pre-apertura vedono l’apertura al 10 ottobre. Resta qualche dubbio sulla non chiusura unificata per rallidi ed acquatici.- Una speciale regolamentazione è stata data alle aree Natura 2000 (pSIC,SIC,ZPS) con ulteriori limitazioni di carniere, di periodi, di orari e di giornate. Infatti in tali aree anche il lunedì è giorno di silenzio venatorio".
"Va infine detto che le nuove disposizioni hanno determinato alcune modifiche relativamente ai carnieri ed alle date di prelievo, nella parte generale, per alcune specie di fauna, riportate nel provvedimento. Per quanto ci riguarda alcune nostre proposte sono state accolte, molte altre disattese. Da sempre ci battiamo per una caccia sostenibile per periodi e per specie".
Ci sono anche aspetti positivi per Eps. "Di converso vediamo in positivo alcuni chiarimenti relativi all’addestramento e all’allenamento dei cani, oltre alla caccia occasionale al cinghiale per il singolo cacciatore. Ci fa piacere che l’assessorato ed il settore centrale Foreste e Caccia, anche in questo provvedimento abbia rafforzato le prescrizioni, introdotte dal precedente calendario, relative all’impegno ‘volontario’ del cacciatore nella gestione ambientale e faunistica. In pratica, il cacciatore si identifica ancora di più come ‘sentinella’ del paesaggio, essendo chiamato, ad esempio, a segnalare gli incendi boschivi, l’abbandono di rifiuti e i principi di frane. Speriamo e confidiamo in un futuro migliore, con lo stesso spirito di collaborazione di sempre, per una caccia sempre più sostenibile nel segno della biodiversità".