L'annunciato ampliamento del perimetro del Parco dei Castelli romani preoccupa i cacciatori della zona che si vedono ridimensionare ancora una volta il territorio venabile a disposizione, già di gran lunga ridotto nella regione Lazio, dove la percentuale di terreno interdetto alla caccia supera già i limiti imposti dalla legge. La questione è stata dibattuta in questi ultimi giorni anche all'interno del Consiglio regionale, Fabio Desideri (Pdl), vicepresidente della Commissione Urbanistica, ha presentato un'interrogazione urgente alla giunta per chiedere illuminazioni proprio su questo punto. "Non capisco - ha spiegato Desideri - sulla base di quali criteri il Comitato di gestione del Parco regionale dei Castelli romani abbia deciso l'ampliamento di 3mila ettari: da 9108, previsti nel Piano faunistico venatorio, ad oltre 12mila. Nel Lazio il limite massimo fissato per legge del 30 per cento di territorio precluso alla caccia e' gia' superato: siamo al 33,24 per cento. Ci sono ben 13mila e 451 ettari in piu' del consentito sottratti all'attivita' venatoria. Per quale motivo?".
"Le normative vanno rispettate - ha concluso Desideri - L'allargamento del Parco portera' alla violazione della legge 157 del '92 a carattere nazionale, della legge 17 del '95 a carattere regionale, e della deliberazione 450 del 29 luglio 1998 approvata dalla Pisana. Domanda: cosa fara' la Regione per tutelare chi, legittimamente, pratica l'attivita' venatoria?".
(Adkronos)