Per il calendario venatorio 2017/2018 approvato il 14 giugno u.s. dalla G.R. della Campania, sono tante le voci di dissenso che si levano da più parti, così come sono tante le accuse rivolte all'associazionismo venatorio ed al Coordinamento. Tante sono anche le speculazioni demagogiche di varia natura che creano attriti e divisioni, confondono gli appassionati e non fanno bene al nostro mondo. Che il testo di calendario venatorio 2017/2018 non ci soddisfa e penalizza in qualche modo i cacciatori campani riducendo i tempi di caccia di alcune specie, non può essere disconosciuto.
Tant'è che Federcaccia Campania, in sede di coordinamento regionale, elaborò unitamente a tutte le altre associazioni venatorie della Campania un documento condiviso con il quale, non solo si proponevano periodi di caccia dalla terza domenica di settembre al 31 gennaio per la maggior parte delle specie cacciabili ed, in particolare, per le specie acquatiche (anatidi, rallidi, caradriformi), ma si motivavano altresì le proposte avanzate con argomentazioni giuridiche, tecniche e scientifiche in linea con la normativa vigente e le direttive comunitarie e tali da consentire alla Regione Campania il discostamento dai pareri ISPRA.
Tale documento del Coordinamento regionale è noto a tutti in quanto ampiamente pubblicizzato ed agli atti del Comitato Tecnico Faunistico Venatorio Regionale della Campania. Purtroppo, e lo diciamo con rammarico, la Regione Campania non ne ha tenuto adeguatamente conto ed ha lavorato sul testo propostoci, riduttivo sui periodi di caccia, che reiterava nella forma e nella sostanza i calendari degli ultimi anni e non offriva ampi margini di modifiche, tranne la possibilità concessa di utilizzare la decade di sovrapposizione prevista dalla guida interpretativa europea.
Pertanto, è stato possibile intervenire unicamente su pochi punti, come sulla specie "beccaccia" riportandone la chiusura al 20 gennaio, laddove nella proposta della Regione era cacciabile fino al 10 gennaio e l' istituto di ricerca ne suggeriva addirittura la chiusura al 31 dicembre, o come sui "turdidi", previsti al 20 gennaio nella bozza trasmessa all'ISPRA, e portati poi in chiusura al 31 gennaio nel testo approvato.
Nulla, invece, si è potuto sulle date di apertura della caccia, fissate al 1° di ottobre nella bozza, a meno che non avessimo preteso l'invio all'ISPRA di una nuova e diversa proposta di calendario, sapendo però che in tal caso i tempi di approvazione del calendario si sarebbero dilatati di almeno un mese, con tutte le incognite di un testo che probabilmente non avremmo visto approvato prima della fine di luglio.
La Regione Campania ha inteso rispettare i tempi fissati dalla legislazione vigente per l'approvazione (15 Giugno) e non andare incontro a possibili rischi, convenendo però sulla necessità, espressa con forza dal mondo venatorio riunito, di ripensare, oggi e non domani, a dare in futuro una nuova impaginazione al documento di programmazione della stagione venatoria, più semplice, più leggibile, meno artefatto, nuovo sotto l'aspetto formale e dei contenuti, e soprattutto in armonia con i tempi di caccia delle singole specie cacciabili presenti in Campania, nel rispetto della normativa vigente nazionale e regionale, dello status e delle conoscenze di ciascuna specie, dei Key Concepts e delle direttive comunitarie.
Probabilmente, anzi certamente, anche di fronte a un documento migliorato, più semplice, con meno vincoli, privo delle assurde limitazioni previste nelle Aree SIC, ci sarà sempre qualcuno che si lamenterà, che dissentirà, a torto o a giusto merito: il mondo venatorio è fatto così. Federcaccia ci crede; sicuramente ci credono anche le altre associazioni venatorie, ed insieme proveremo a costruire qualcosa di diverso e sicuramente più rispondente alle aspettative di chi vive consapevolmente la nostra comune passione.
Federcaccia Campania