Regione che vai usanza che trovi. Nel rapporto Italiani Coop sui consumi a tavola (da rielaborazione dei dati Istat) emerge che i cittadini toscani hanno una predilizione particolare per la carne di selvaggina. Nella classifica delle preferenze sui consumi nessun'altra regione raggiunge il consumo pro capite, in fatto di spesa, registrato in Toscana: 210 euro spesi all'anno, secondo il Rapporto.
Il che stima quindi solo una piccola parte dei reali consumi di cacciagione. Come è ovvio, la maggior parte della selvaggina consumata, non passa attraverso canali ufficiali della distribuzione dei prodotti alimentari ma arriva sulle tavole grazie ad un sistema di distribuzione “parallela”. Nel frattempo in molte zone italiane, e in particolare in Toscana, la Regione e i suoi apparati e servizi sul territorio, si stanno adoperando per costituire una filiera meglio coordinata in fatto di sicurezza alimentare e di tracciabilità delle carni. Da un precedente rapporto Coop era anche emerso che i toscani sono soddisfatti della qualità della vita e del tempo libero, sono sociali e solidali (in termine di volontariato) e consumano più della media nazionale. L’identikit del toscano è quello di un uomo soddisfatto, amante del buon cibo e consumatore culturale di buona qualità.
Spulciando gli altri dati del Rapporto Mille tavole, emerge che in Abruzzo si preferisce l’agnello, usato per i deliziosi quanto tipici, arrosticini. “Vino e salumi – spiegano dalla Coop - compaiono più spesso sulle tavole dell’Emilia Romagna. Ai piemontesi non si possono togliere i grissini (insieme al pane spendono 512 euro) e ai marchigiani la pasta ripiena, i siciliani comprano più di tutti pollo (336 euro all’anno) e pesce (613 euro l’anno) mentre liguri e residenti della Sardegna sono i più grandi acquirenti rispettivamente di olio di oliva e caffè”.
La carne, soprattutto quella rossa, costituisce una delle più significative voci di spesa degli italiani. In particolare per la carne di vitello otto regioni (Calabria Piemonte Valle D'aosta, Sicilia, Liguria, Abruzzo, Umbria, Campania) superano i 500 euro pro capite. Per il maiale e per il pollo si spendono tra i 100 e i 300 euro pro capite l'anno, con punte in Sicilia, Lazio, Campania, Piemonte, Valle D'Aosta (oltre 300 euro di pollame l'anno). Una considerazione quindi va fatta. Se si tenesse conto che la carne rossa è apprezzata, e che nello stesso tempo potrebbe aiutare a mitigare l'impatto ambientale ed economico (utilizzando la risorsa dei nostri boschi), otterremmo anche una più ordinata presenza di ungulati in tutto l'Appennino. A tutto vantaggio della salute, visto che la carne di selvaggina è sicuramente la più sana e ricca di elementi nutritivi.
“La tavola diviene lo specchio di una società che si frammenta e che cerca sempre più spesso una nuova vicinanza alle proprie radici – spiega ancora la Coop – Partendo forse proprio dalle vecchie ricette della nonna, fatte con i prodotti locali, magari indisponibili nelle altre regioni vicine o lontane che siano, oggi ogni italiano ha una sua dispensa diversa da quelle di tutti gli altri”.