Un esposto del Sindacato Nazionale Cacciatori pone all'attenzione dell'assessore siciliano regionale di ramo, Antonello Cracolici, un problema non di poco conto: i controlli non sempre a norma di legge da parte di chi fa vigilanza venatoria volontaria. Per l'associazione, che tutela legalmente da anni diversi cacciatori “vessati da guardiacaccia volontari di associazioni ambientaliste” con verbali privi di fondamento giuridico, il punto della questione sono gli esami di abilitazione di questi “controllori”, che non ripongono la dovuta attenzione alle capacità di esatta compilazione del verbale di contestazione.
“A ciò si aggiunga - si legge nell'esposto - che tra le diverse decine di quiz individuati dall’Amministrazione inerenti la legislazione venatoria, non uno riguarda la qualifica che riveste la guardia, i suoi poteri, gli organi ai quali trasmettere i verbali di contestazione; non uno riguarda le
Direttive comunitarie, i Trattati internazionali, la pianificazione del territorio, la gestione faunistica”.
Spesso, a causa di questi verbali, i cacciatori “si sono visti ritirare in via cautelativa dalle Questure siciliane il porto d’armi, riavendolo solo alla fine di un costoso e lungo processo”. “Capirà, quindi – scrive l'associazione all'assessore - , l’importanza che riveste l’esame che abilita le guardie volontarie ad esercitare l’attività di vigilanza”.
Le modalità d'esame sono state stabilite dal Decreto n. 1374/2013 a firma dell’allora Assessore Cartabellotta. “La invitiamo ad apportare al provvedimento in questione le indispensabili correzioni tali da conformarlo ai principi di legalità e ragionevolezza” scrive il sindacato all'Assessore.