In Sardegna, oltre al calendario venatorio in via d'approvazione, tiene banco anche la questione Atc, che, nonostante la strenua opposizione di larga parte del mondo venatorio, a quanto pare vedranno la luce presto. La legge regionale, dal 1998, in attuazione della 157/92 lo prevede. All'articolo 96 è stato statuito che la Regione avrebbe potuto continuare ad autorizzare la caccia in territorio libero e in zone concesse per l'esercizio della caccia autogestita, “fino all'attivazione degli istituti previsti nel piano regionale faunistico-venatorio e nei termini in esso indicati”.
Ora, dopo 25 anni, con le disposizioni in materia di Valutazione Ambientale Strategica (VAS) la legge di attuazione sembra pronta per essere approvata ed entrare in vigore. Su posizioni critiche soprattutto il Cpa Sardegna. Ne è un esempio la sentita nota di Efisio Pitzalis, che mette in guardia tutti i cacciatori sardi sulle conseguenze possibili di questo importante cambiamento.
A sostegno di questa posizione si portano i risultati positivi dell'autogestione: “la tutela costante del patrimonio faunistico, anche nella forma restrittiva delle sole due giornate settimanali del giovedì e della domenica”, le “pochissime (due lo scorso anno) giornate, divenute poi “mezze”, alla nostra selvaggina Nobile Stanziale, Lepre e Pernice Sarda”, dice il cacciatore di Cpa, e, di contro, evidenzia le criticità legate alla gestione degli Atc nel resto d'Italia, con i suoi “carrozzoni” e le vicende poco edificanti sui comitati di gestione che abbiamo visto anche recentemente.
“Tutti noi Cacciatori della Sardegna e soprattutto quelli che portano un’arma conoscendone il perché, una volta per tutte dovremo prendere coscienza del bene prezioso che abbiamo gestito e che dobbiamo continuare a gestire se non vogliamo che in breve tempo vada distrutto tutto ciò che fino ad oggi abbiamo conservato”, scrive Pitzalis. “Per soddisfare le richieste dei tanti “migranti della caccia” inquineranno la nostra fauna e la nostra terra con l’immissione di specie non più “autoctone” e finiremo, ahimè, anche noi, per andare a caccia di polli che saranno in primis preda dei nostri ausiliari” è una delle preoccupazioni evidenziate dal cacciatore di Cpa.