Riceviamo e pubblichiamo
Lo scorso 27 giugno presso il Parlamento Europeo a Bruxelles si è tenuta la conferenza “Prospettive per combattere le uccisioni illegali di fauna: il ruolo dei cacciatori”. Organizzata dal Deputato del Parlamento Europeo Karl Heinz Florenz, Presidente dell’Intergruppo “Biodiversità, Caccia e Attività rurali”, la conferenza ha permesso di approfondire le esperienze in diverse realtà nella lotta al bracconaggio e le valutazioni sull’approccio della Commissione UE a questo problema.
La FIdC, invitata a presentare un intervento sulle attività di contrasto al bracconaggio nel Mediterraneo, ha presentato una relazione tenuta da Michele Sorrenti. Oltre a lui, i relatori sono stati Marita Arvela, rappresentante ufficiale della Commissione Europea della DG Ambiente; la dr.ssa Mari Pohja-Mykrä, dell’Università di Helsinki, che ha parlato della gestione dei grandi carnivori in Finlandia; la dr.ssa Julia Newth del Wildfowl and Wetland Trust, che ha presentato il progetto per la tutela del cigno minore (sottospecie Bewickii) e Johan Svalby in rappresentanza del Safari Club International, che ha esposto il ruolo dei cacciatori in Africa nel contrasto al bracconaggio.
Gli interventi sono stati interessanti in particolare per l’approccio con cui altre nazioni e anche la Commissione affrontano il problema del bracconaggio.
Ad esempio in Finlandia la relatrice dell’Università di Helsinki ha dimostrato quanto impegno è stato profuso per la comprensione delle motivazioni che portano alle uccisioni illegali di lupi e come le soluzioni trovate (ad esempio una quota annuale di lupi abbattibili) hanno sempre avuto come risultato la diminuzione degli episodi illegali e la conservazione favorevole della popolazione di questo carnivoro.
Allo stesso modo, l’esperienza sul cigno minore ha dimostrato che il dialogo con le popolazioni locali dell’area di riproduzione in Russia ha permesso una riduzione sensibile delle uccisioni illegali che avevano luogo in queste zone.
Nella sua relazione Michele Sorrenti ha esposto la partecipazione di Federcaccia al Piano Nazionale per il contrasto del bracconaggio, le attività di sorveglianza sul territorio da parte delle Guardie volontarie, le iniziative in corso sulle specie simili, insieme al supporto e alla sorveglianza per il progetto di reintroduzione dell’Ibis eremita in collaborazione con Waldrappteam.
Anche Johan Svalby ha dimostrato che senza il ruolo e le risorse dei cacciatori in Africa non sarebbe possibile la lotta al bracconaggio, sempre più attiva in diversi Stati Africani. La posizione della Commissione Europea è vicina a questa impostazione, perché condivide il coinvolgimento di tutti i portatori d’interesse nel campo della lotta al bracconaggio e in particolare dei cacciatori, come soggetti introdotti nelle comunità locali e nel mondo rurale.
Da queste posizioni espresse emerge un segnale importante per l’Italia e per il mondo dei cacciatori: bisogna portare questo messaggio alle istituzioni italiane, per modificare la visione “emotiva” del problema del bracconaggio e passare alle soluzioni pratiche.
Per risolvere il problema non è sufficiente inasprire le pene, ma occorre studiare il fenomeno, affrontarlo sul campo e condividere con le popolazioni locali le azioni da intraprendere.
Ufficio stampa FIdC