Partecipi e attenti, nel prestigioso auditorium del palazzo della Gran Guardia, nella centrale Piazza Bra, a pochi passi da quel gioiello che è l’Arena, i dirigenti federali hanno dato vita a Verona all’importante momento associativo dell’assemblea nazionale.
Doveroso e sentito aprire col ringraziamento sincero per il presidente provinciale Alessandro Salvelli e soprattutto per il presidente regionale Flavio Tosi, che hanno offerto prima e concretizzato poi questa occasione, che grazie anche al consueto impegno degli uffici del Nazionale si è svolta con una organizzazione perfetta.
Tosi ha a sua volta ringraziato il Nazionale per aver scelto la sua città come sede dell’Assemblea e per tutto il lavoro svolto. “L’atteggiamento scientifico, pragmatico di Federazione italiana della Caccia – ha detto intervenendo in sala – è quello vincente, perché dettato dal buon senso, dalla serietà e dalla lungimiranza, in uno scenario europeo che la vede presente e sempre attiva in prima persona e alla ricerca dell’unità. Le sparate demagogiche possono avere effetto nel breve, ma nel lungo periodo è la serietà che paga”.
In attesa dell’apertura ufficiale, la mattinata è iniziata con le presentazioni di Michele Sorrenti e Daniel Tramontana. Introducendoli il vicepresidente Lorenzo Carnacina ha sottolineato la consapevolezza ormai diffusa fra i cacciatori dell’importanza di un approccio scientifico e tecnico alla materia caccia, e come Federcaccia sia stata la prima a credere e a investire in tecnologie all’avanguardia come la telemetria satellitare, adesso ampiamente accettata e impiegata in campo accademico, che unita alle tecniche di indagine tradizionali amplia il quadro delle nostre conoscenze: un patrimonio di tutta la caccia e dell’ambiente.
Michele Sorrenti, che da agosto è assunto a tutti gli effetti in Federcaccia, potendo dedicare così ancora più impegno e tempo del molto già fatto fino ad ora a servizio della Federazione, ha illustrato fra i diversi argomenti la propria ricerca e quella di Alessandro Tedeschi, assente per problemi familiari, presentate in occasione del simposio internazionale di Pico Island, introducendo i prossimi impegni nei consessi scientifici di Montpellier e di Torino, dove saranno presentati ulteriori lavori. A lui ha fatto seguito Tramontana illustrando i risultati dei sei anni di studio sugli abbattimenti di frullino e beccaccino, anche questi presentati al Woodcock e Snipe Workshop.
L’Assemblea ha assunto poi pienamente la sua veste istituzionale e dopo la nomina di Emiliano Galvanetto, provinciale di Vicenza, a presidente è entrata nel vivo con la relazione del presidente nazionale Gian Luca Dall’Olio.
Dopo aver ricordato il pesante disavanzo con cui la Federazione si trovava nel 2009, risanato già al termine del primo anno di mandato grazie alla collaborazione di Assemblea e Consiglio nazionale operando sulle spese senza sacrificare gli investimenti, aumentati anzi in quelli che sono stati ritenuti settori chiave, il presidente ha sottolineato come solo di spese legali per ricorsi di varia natura a difesa di calendari venatori, contro impugnative di associazioni ambientaliste e nel procedimento avverso lo stesso Consiglio dei Ministri, che ha senza dubbio evitato nel corso della passata stagione l’applicazione del potere sostitutivo da parte del ministero dell’Ambiente con conseguente chiusura anticipata del prelievo di bottaccio, cesena e beccaccia, la Federazione si sia impegnata nel 2016 per oltre 100 mila Euro.
Stesso se non superiore impegno in questi anni per studi e ricerche, che a partire dal 2010 con l’ormai così noto “Documento Sorrenti” in risposta alla lettera dell’Ispra alle Regioni ha consentito di salvaguardare specie e tempi nei calendari venatori “semplicemente” applicando in modo corretto le normative nazionali e internazionali. Una strada che Federcaccia ha iniziato a percorrere da sola ma che si è dimostrata giusta, finendo per portare sulle sue posizioni anche le altre AAVV.
Il presidente ha poi affrontato i temi scottanti della riforma della 394/91 e delle conseguenze della recente sentenza della Corte costituzionale sulla legge regionale ligure, che ha posto seri problemi sull’attività da parte dei cacciatori formati di poter continuare le operazioni di contenimento delle specie aliene e problematiche al servizio delle Istituzioni regionali in tutta Italia, con l’eccezione delle Province autonome di Trento e Bolzano. Il problema nasce da una “dimenticanza” della legge sulla caccia, che non cita espressamente questa possibilità per le Regioni così come per le appena citate Province autonome.
Su questo la Federazione si è attivata immediatamente coinvolgendo anche Coldiretti, e sta lavorando per un esito positivo della vicenda insieme alle parti interessate per poter riprendere quella che, come ha giustamente sottolineato, “non è attività di caccia ma un servizio pubblico reso a tutta la collettività di cui le istituzioni si sono a lungo servite e della quale non possono assolutamente fare a meno”.
Stessa attenzione è stata posta sin dall’inizio alle vicende della 394, sulla quale FIdC è stata protagonisti insieme alle altre AAVV di Fenaveri anche di una audizione in Commissione ambiente alla Camera, la prima dopo 5 anni. Purtroppo – ha sottolineato il presidente – il testo uscito dopo anni in modo pasticciato dal Senato, dove ora è ritornato, presenta pesanti incongruenze e a nostro, e non solo nostro, parere, vizi di legittimità costituzionale andando a toccare ruoli e prerogative che sono proprie delle Regioni esautorandone poteri e competenze. Anche su questo prosegue su più piani l’operato della Federazione, un lavoro che richiede come è facile capire, di muoversi con attenzione e prudenza, senza inutili e dannosi proclami.
Per entrambe, 394 e attività di controllo, rimane il problema di fondo di una legge quadro sulla caccia non più attuale e necessaria non di continui rammendi e pezze, ma di una radicale riscrittura che l’attuale quadro politico e l’opinione trasversale nei due rami del Parlamento rende purtroppo se non impossibile quantomeno estremamente difficile, costituendo un grave problema prima che per i cacciatori per l’intero sistema ambientale e faunistico del nostro Paese, che esce su questo tema impietosamente sconfitto dal confronto col resto d’Europa.
Alcune parole infine Dall’Olio le ha dedicate al Centro Studi, significativa evoluzione degli uffici tecnici, che vede un ulteriore impulso della Federazione per mettersi al passo dei tempi. Un pool di professionalità – rappresentate da tecnici ormai noti a tutti i Federcacciatori e non solo, da Giorgia Romeo a Valter Trocchi, da Michele Sorrenti a Daniel Tramontana, ai quali si è aggiunto ultimo, ma solo in ordine di tempo, Michele Bottazzo – il cui compito sarà appunto quello di promuovere e organizzare programmi e iniziative di gestione ambientale e faunistica, oltre a costituire una “forza di impiego rapido” per le diverse e sempre crescenti problematiche o richieste da parte delle Istituzioni italiane e dell’Unione Europea.
Terminata la relazione del presidente si è passati alla presentazione del bilancio consuntivo 2016, effettuata con la consueta chiarezza dal revisore Natale Tortora e dal presidente del Collegio dei revisori Mario Onano, che hanno messo in evidenza la corretta gestione finanziaria del Nazionale e l’attenzione posta ad un corretto impiego delle risorse con la cura, come si usa dire, propria del “buon padre di famiglia”.
L’approvazione all’unanimità da parte dell’assemblea si è andata a unire cosi alla analoga posizione espressa il giorno prima dal Consiglio nazionale.
Dopo il bilancio, l’assemblea è stata chiamata ad esprimere la propria opinione anche su una questione aperta purtroppo dall’improvvisa scomparsa dei due consiglieri di presidenza Gennaro Giuffrè e Massimo Cocchi, cui il presidente nazionale ha tributato un sobrio, ma sentito, ricordo della collaborazione e dell’amicizia.
Quanto accaduto pone la necessità di un avvicendamento in Consiglio di presidenza, per quella che è una carica elettiva sancita dall’Assemblea. Tenendo conto di questo e della necessità di completare la squadra, il presidente, d’accordo con il Consiglio di presidenza e quello nazionale, ha avanzato la proposta – accettata all’unanimità – di coprire i due ruoli vacanti con i rappresentanti indicati dai consigli regionali della Calabria e della Toscana – rispettivamente Giuseppe Giordano e Moreno Periccioli – che saranno “invitati permanenti” ai consigli di presidenza potendo così portare il loro contributo di idee e di professionalità, pur non esercitando diritto di voto.
Esaurita la parte più strettamente operativa istituzionale, è giunto il momento di consegnare l’onorificenza di Gentiluomo Cacciatore, facoltà che questo Consiglio di presidenza ha sempre usato con moderazione – due soli in questi anni gli insigniti: Nevio Scala nel 2010 e Carlo Carli nel 2013 – considerandolo giustamente un riconoscimento di grande responsabilità.
La scelta di indicare come personalità degna di nota per il suo impegno nella diffusione dei valori umani e venatori che FIdC propugna è caduta sulla figura di Roberto Ditri, noto ai più per il suo ruolo legato al rilancio della Fiera della Caccia di Vicenza.
Dopo aver ascoltato la lettura della motivazione da parte del nostro direttore Marco Ramanzini, Ditri ha ringraziato la platea che lo applaudiva: “Mi sono emozionato, ma per me la caccia è un modo di vivere. Sono cacciatore per scelta e perché amo la natura, perché noi cacciatori siamo per la natura non contro di essa”.
Alcuni brevi interventi e richieste di approfondimento su temi specifici, cui il presidente ha dato immediata e puntuale risposta hanno concluso anche questa assemblea da cui i partecipanti sono usciti con la fondata immagine di una Federazione sempre più forte e concretamente rivolta al futuro.
Un breve cenno sui lavori del venerdì che hanno preceduto e accompagnato l’assemblea. Nell’ottica di quella che con un termine mutuato dagli ordini professionali può essere ben definita come “formazione continua” dei dirigenti, anche in occasione di questa sessione di lavori il Consiglio nazionale è stato allargato ai presidenti provinciali offrendo loro una serie di spunti di riflessione e approfondimento su alcune tematiche di interesse generale legate alla caccia.
Ad aprire gli interventi è stata la relazione della professoressa Silvia Luscia, impegnata per conto di Federcaccia Brescia nel settore della didattica. In modo chiaro ed estremamente preciso, la professoressa ha illustrato rapidamente i progetti portati avanti nelle scuole del Bresciano, soffermandosi poi su un interessante indagine sociologica legata ad uno di questi svolto con gli alunni della scuola primaria e che ha dato interessanti risultati sulla percezione della figura del cacciatore da parte dei bambini. Lo studio è stato dato alle stampe da parte della Federazione in un opuscolo distribuito in occasione dell’assemblea e a disposizione di chi ne farà richiesta, confidando che l’esperienza bresciana possa servire da ispirazione anche in altre realtà italiane, essendo essenziale da parte nostra una attenzione e un maggiore contatto con tutta la società e con i più giovani.
Le relazioni successive sono servite soprattutto per presentare meglio il Centro studi, di cui Valter Trocchi ha illustrato compiti e impegni. Le specifiche professionalità e i campi dove maggiormente queste potranno esplicarsi degli altri componenti questa realtà della Federazione sono stati illustrati dai diretti interessati, a partire da Michele Sorrenti e Daniel Tramontana, già conosciuti alla struttura federale, e da Michele Bottazzo, che con la sua formazione più spiccatamente agricolo forestale è giunto a completare con un altro tassello fondamentale questa struttura che vede ancora una volta Federcaccia tesa ad essere una forza propositiva al passo con i tempi. (Federcaccia) |