Il commento di Nicola Perrotti, Presidente della Fondazione UNA Onlus all’indomani dell’approvazione della legge sulla gestione del cinghiale mediante prelievo venatorio
“Una soluzione moderna e condivisa dell’emergenza cinghiali, frutto della sintesi virtuosa tra mondo agricolo, venatorio e ambientalista, che può e deve rappresentare un modello per la gestione delle problematiche faunistiche in tutte le altre regioni italiane”.
È positivo il commento di Nicola Perrotti, Presidente della Fondazione UNA Onlus all’indomani dell’approvazione della legge della Regione Lombardia che stabilisce come la gestione del cinghiale debba avvenire mediante prelievo venatorio.
“È un risultato importante – continua Perrotti – che finalmente assegna ai cacciatori un ruolo di primo piano nella salvaguardia della biodiversità e nella valorizzazione del territorio. La legge lombarda assume un valore ancora più importante perché frutto della condivisione progettuale di mondi che erroneamente si immagina in contrasto tra loro come quello agricolo, ambientalista e venatorio”.
Quella dei cinghiali, infatti, è un’emergenza nazionale che in questi anni ha creato danni economici ingenti in tanti territori italiani. Gli ungulati selvatici rappresentano un pericolo per la sicurezza umana e per la salvaguardia dell’ambiente. I cinghiali, in particolare, devastano i campi coltivati causando milioni di euro di danni ogni anno, scorrazzano liberamente nelle strade avvicinandosi sempre più ai centri abitati (basti pensare ai tanti casi di “passeggiate” degli ungulati a Roma, anche a pochi chilometri da San Pietro) e rappresentano una delle principali cause di incidenti sulle strade.
Nonostante la gravità assoluta della questione non esistono in Italia dati certificati sul numero di esemplari di ungulati presenti sul territorio. Per questo la Fondazione UNA Onlus segue un progetto realizzato con la collaborazione di Ispra, Legambiente e le associazioni venatorie Federcaccia, Arcicaccia, AnuuMigratoristi, che ha come obiettivo proprio l’avvio di un censimento delle specie selvatiche, dei cinghiali in particolare, attraverso una banca dati nazionale. Esclusivamente attraverso una mappatura puntuale degli animali presenti nella penisola sarà possibile predisporre azioni organiche programmate negli anni.
“Solo il pregiudizio dell’ambientalismo sordo e preconcetto può indurre a pensare che ad un’emergenza di tale entità non si debba rispondere con pratiche straordinarie e concrete – dichiara Perrotti – l’idea di UNA, invece, è quella di superare gli ostacoli ideologici che hanno portato negli anni alla situazione attuale per predisporre soluzioni condivise e basate su solidi criteri scientifici. L’esempio della Lombardia può e deve essere un modello da seguire – conclude Perrotti – e la Fondazione UNA Onlus, con il proprio approccio laico e il proprio know-how scientifico, è pronta a collaborare con tutte le istituzioni che intendessero riproporlo.