"Sulla base di quanto abbiamo riportato in merito ai fatti regionali di questa annosa politica del non fare, sarebbe bello ora apprendere che si preferisce veramente tutelare la caccia lombarda e italiana evitando il microbracconaggio, con un piccolo sforzo, approvando la delibera sul rifornimento dei richiami vivi". Lo scrive in una nota l'Anuu Migratoristi.
Continua la comunicazione: "Un sogno che vorremmo diventasse realtà, che si ricominciasse a dialogare con la Regione e che essa non avesse più paura di un mondo serio e concretamente organizzato in Lombardia dove le Associazioni venatorie riconosciute svolgono coscienziosamente sul territorio un’informativa concreta ed un’informazione capillare sulla nuova figura del cacciatore. Invero il mondo della caccia si trova di fronte ad un Istituto che non invia pareri, ma esprime mere congetture su atti di cui ha volutamente ignorato il senso. È un non-parere, ma tanto basta perché la Regione si senta autorizzata ad adottare atti “dovuti” rispetto ai quali l’Istituto doveva esprimersi. La Regione, se non lo fa, immaginando di essere coperta dal parere, sbaglia, perché è tenuta per legge ad adottare il provvedimento. Il non-parere non la copre. I dirigenti, infatti, hanno il sacrosanto dovere di pronunciarsi sulla base di atti normativi che pongono in capo alla Regione precisi obblighi ridefiniti dal Parlamento. Ci auguriamo che il sogno di mezza estate, diventi pure realtà".