“Inventarsi un problema inesistente per poter poi dire di averlo risolto. Non si potrebbe spiegare altrimenti l’ennesima uscita strumentale dell’on. De Menech sul tema dei riordino della legge sulla caccia”. A dirlo è l’assessore alla Specificità di Belluno che sottolinea come “mai, da parte nostra, si sia pensato di favorire il nomadismo venatorio sul territorio bellunese, anzi ci siamo sempre mossi nell’esatta direzione contraria”.
L’assessore ricorda come già lo scorso anno il Consiglio, su sua proposta, approvò un emendamento con cui si rafforzava la condizione di autonomia amministrativa della provincia di Belluno in materia di caccia, lasciandole specifica potestà decisionale per quanto riguarda le norme relative agli ambiti territoriali. “Anche in questo caso assistiamo alla solita falsa e sinistra propaganda tendente a screditare il lavoro della Regione, anche laddove gli atti pubblici manifestano inequivocabilmente il contrario – spiega l’assessore - Fin dall’inizio di questa legislatura, ogni argomento che riguardasse il Bellunese è stato valutato e pesato affinché in ogni materia, caccia compresa, si tenesse conto di quanto previsto dalla L.R. 25/2014 e prima ancora dallo Statuto regionale”.
La legge 25 – ricorda l’assessore - parla di autonomia amministrativa, finanziaria e regolamentare; mentre il piano faunistico è una legge e quindi non può essere trasferito alla Provincia in quanto essa non ha potestà legislativa. “Proprio per questo, per rafforzare il ruolo della Provincia e non il contrario, abbiamo presentato con altri colleghi un ordine del giorno che impegna la Giunta ad attuare modalità di partecipazione della Provincia di Belluno alla programmazione, pianificazione e gestione in materia faunistica venatoria e a coinvolgere nella pianificazione e gestione delle attività le associazioni e gli organismi di rappresentanza del territorio bellunese”.
“Sono dettagli non secondari – conclude l’assessore - e che vanno altresì raccordati con i limiti che la legge Delrio, fino a che non sarà abolita, continuerà ad imporre. Questo è il massimo che le leggi al momento ci permettono di fare. Lo dovrebbe sapere bene De Menech, nel suo ruolo di assessore pro tempore, ma soprattutto in quello permanente di guardia provinciale”.