Negli scorsi giorni si è aggiunto un nuovo capitolo alle travagliate vicende tra la Confederazione Cacciatori Toscani e l'Arci Caccia. Si tratta di una lettera, scritta dal Presidente nazionale di Arci Caccia, Sergio Sorrentino, nelle vesti del Responsabile Pro Tempore del Comitato Toscano, alla CCT e alle associazioni aderenti, in cui si evidenzia che, a fronte dei bilanci della CCT e Arci Caccia Toscana, appare immotivata la sospensione di quest'ultima dalla confederazione.
Come già fatto dall'ARCT (ovvero i membri dell'ex comitato toscano di Arci Caccia, usciti dall'associazione), anche la CCT risponde a Sorrentino, da un lato evidenziando l'ammissione di Arci rispetto all'onestà dell'allora gruppo dirigente e dall'altro sottolineando che, contrariamente a ciò che afferma Sorrentino, i motivi della sospensione sono stati ben altri. Un fatto positivo, secondo la CCT, c'è. La lettera, con tutte le sue contraddizioni, è vista come un primo passo per tornare a considerare l'unità delle associazioni venatorie toscane insieme alla stessa Arcicaccia.
Ecco ciò che scrive oggi Romagnoli.
Dopo mesi di inutili e immotivate polemiche, da parte del presidente Sorrentino giunge oggi un piccolo passo per ristabilire la verità e ricreare quel minimo di fiducia che è indispensabile per ogni civile confronto. In una sua lettera-comunicato il presidente nazionale di Arcicaccia riconosce la corretta e trasparente gestione dei bilanci di CCT e Arcicaccia Toscana e l’onestà dei loro gruppi dirigenti. Cosa che era a tutti chiara, è un riconoscimento che viene dopo quello dei sindaci revisori e delle assemblee che li avevano approvati, ma fa comunque piacere che ora anche Sorrentino apponga la sua certificazione, soprattutto dopo i sospetti e le illazioni che neppure il suo approfondito esame dei libri contabili e di singole fatture sembrava aver fugato. Oggi il presidente di Arcicaccia ribadisce che i bilanci sono in ordine e l’operato dei gruppi dirigenti inappuntabile. Anche se non avevamo bisogno di questo riconoscimento all’onesto lavoro di tanti volontari, è però positivo che venga da chi lo aveva pesantemente messo in dubbio.
Lo salutiamo con favore, è un passo in avanti importante. Non è così per il resto dei temi contenuti nel comunicato. Infatti Sorrentino, grazie alla lettera dell’avvocato per conto di Lupi, torna su una questione che da mesi abbiamo cercato di fargli comprendere: la CCT non ha mai negato il credito di Arcicaccia Toscana, si è sempre posta il problema della sua documentazione, che anche oggi resta tale. Infatti, la mera iscrizione di una entrata nel bilancio preventivo non costituisce un titolo di credito, ma solo la previsione che un tale credito possa maturare. Come dice l’avvocato nella sua lettera “l’iscrizione nel preventivo 2016 è motivata e potrà essere facilmente rendicontata” anche perché “la CCT non ha mai contestato il credito”, quindi Arcicaccia deve chiedere la compensazione del credito e documentare il suo ammontare, ciò che andiamo ripetendo ormai da sei mesi.
Per quanto riguarda la “immotivata sospensione di Arcicaccia” dobbiamo ricordare che il mancato versamento della quota 2016 era solo uno e non il più importante dei motivi del provvedimento. La questioni di ben maggiore rilievo riguardano infatti il futuro della CCT e la volontà di una reale unità del mondo della caccia, che gli atteggiamenti e gli atti di Arcicaccia nazionale hanno messo in discussione. La sostanza, quindi, è squisitamente di contenuto e di prospettiva.
La decisione di sospendere Arcicaccia da socio della CCT è stata presa per dare a questa il tempo per chiarirsi e decidere se restare o meno nella confederazione, un provvedimento che ha evitato l’espulsione lasciando aperta ogni possibilità e che ha permesso di uscire da una situazione che bloccava il funzionamento della confederazione. Si trattava infatti di ristabilire una correttezza nei rapporti con la CCT e di rispettare gli obblighi associativi, costituiti in primis dalla emanazione di una nuova circolare sul tesseramento che ristabilisca il rispetto delle regole e la ufficiale espressione del Consiglio Nazionale di revocare la propria sospensione dagli obblighi societari logo e quota.
Queste sono le questioni da risolvere. Se ci saranno atti concreti per sanare questa rottura siamo pronti a portarli all’esame dell’assemblea della CCT già ai primi di settembre. Perché non ci siano elementi di incertezza è bene sottolineare che il tesseramento deve avvenire alle stesse condizioni in cui lo stanno facendo le altre associazioni Federcaccia, ANUU e ARCT, come fu a suo tempo concordemente stabilito, vale a dire: a) con la riscossione di 5 euro per ogni iscrizione e b) con le tessere dotate del logo CCT, ogni altra modalità andrebbe contro gli accordi societari. Circola voce di bollini autoadesivi da apporre a discrezione del singolo associato. Si tratta di una modalità creativa quanto illegittima, i singoli hanno la possibilità di aderire direttamente alla CCT, coloro che si tesserano ad una associazione che aderisce alla confederazione ne fanno automaticamente parte, perché è il soggetto collettivo che ne è socio.
Se la lettera di Sorrentino vuole annunciare il ritorno del figliol prodigo, prima di sacrificare il vitello grasso occorre rimuovere gli elementi di rottura che Arcicaccia ha prodotto e che sono evidenziati dalla delibera dell’assemblea.
Il Segretario CCT
Marco Romagnoli
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