Il Movimento 5 Stelle piemontese, tutt'altro che soddisfatto dalle già pesanti limitazioni imposte ai cacciatori in maniera del tutto arbitraria rispetto alla già poco permissiva legge nazionale sulla caccia (157/92), pretende nuove ulteriori divieti per i cacciatori. La proposta di legge regionale presentata dai grillini (primo firmatario Giorgio Bertola) lo scorso anno, che in questi giorni torna ad essere pubblicizzata dallo stesso movimento in vista della ripresa dei lavori di riforma della legge regionale in Commissione, chiede di "arginare fortemente l'impatto della caccia".
Come? Anzitutto riducendo a tre le specie cacciabili, lepre, fagiano e cinghiale, vietando la caccia di domenica e accorciando la stagione a due mesi. Sempre che non vi sia necessità di intervenire laddove si vengono a creare eccessive densità di specie che creano problemi alle attività umane, ovviamente utilizzando in via prioritaria i metodi ecologici.
Le tre specie gentilmente concesse dai consiglieri del M5S certo non sarebbero cacciabili tanto facilmente. In un ipotetico governo grillino si farebbe di tutto pur di determinare precise condizioni, che dovrebbero essere rispettate in toto. Per prima cosa o la diffusione della specie in oggetto (sempre quelle tre) copre tutto il territorio potenzialmente idoneo, non vi sono quindi aree dove questa è assente, o non se ne farebbe nulla. In pratica deve trovarsi "in una fase consolidata di aumento dei propri individui". La caccia poi sarebbe vietata su terreno coperto da neve, senza alcuna eccezione, lo stesso varrebbe anche per le aziende faunistico - venatorie. No anche all'ingresso dei cacciatori nei terreni privati (anche qui contrasto palese con la 157/92).
La proposta contiene anche delle novità rispetto a quanto i grillini piemontesi chiedono da anni. Ovvero l'eliminazione delle aziende agri-turistico-venatorie (in quanto in esse è permessa l’immissione di fauna cacciabile tutto l’anno), la sospensione della caccia in assenza di Piano faunistico venatorIo, l'eliminazione delle gare cinofilo - venatorie con sparo e perfino dei ripopolamenti di selvaggina. La proposta folle continua la riforma di Atc e Ca, la cui gestione oggi "è sbilanciata a favore del mondo venatorio". I cacciatori poi potrebbero cacciare in un solo Atc per almeno 5 anni prima di poterlo cambiare. Niente caccia con l'arco e con i falchi, no al coinvolgimento dei cacciatori nelle operazioni di contenimento, per altro come sostenuto dalla Corte Costituzionale per la legge ligure. Insomma un no alla caccia, forte e chiaro.