La Federcaccia di Bergamo pubblica un resoconto dell'incontro tenuto con i vertici di Regione Lombardia per le deroghe ed il documento unitario presentato. Eccoli:
Fumata grigia e una timida apertura in materia di deroghe e roccoli. Le Associazioni Venatorie Lombarde si sono incontrate con il Presidente Regionale Roberto Maroni e l’Assessore all’Agricoltura Gianni Fava a Milano a Palazzo Lombardia nel corso del Consiglio Regionale e alla presenza anche del dirigente Anna Bonomo: presente un rappresentante per Associazione e per Federcaccia c’era il nostro presidente Lorenzo Bertacchi e Alessandro Balestra per Cpa. Nessuna decisione di andare in autonomia incontro ad una delibera che autorizzi la caccia alla peppola e al fringuello o l’apertura dei roccoli, ma la decisione di lavorare in accordo con le altre Regioni interessate per arrivare finalmente ad un risultato finale.
In sintesi verrà concordato a tempo record un testo con richiesta di valutazione sulle piccole quantità e sulle alternative soddisfacente ai roccoli, per l’interpretazione data da Ispra e Ministero, che Regione Lombardia si impegna a condividere con le Regioni come Liguria, Toscana, Veneto ed Emilia Romagna, le più interessate all’argomento. Il testo servirà per sollecitare urgentemente un intervento della Conferenza Stato-Regioni e un chiarimento con il Ministro Gian Luca Galletti entro la fine del mese di agosto.
Prima dell’incontro le Associazioni avevano presentato questo documento unitario
DOCUMENTO UNITARIO ASSOCIAZIONI VENATORIE DELLA LOMBARDIA
Preg.mo Sig. Presidente Roberto Maroni,
Preg.mo Sig. Assessore Gianni Fava,
il presente documento unitario vuole sottolineare l‘importanza del Prelievo in Deroga e degli Impianti di Cattura, che trovano giustificazioni nella storia, nelle tradizioni e nell’economia del territorio della Regione.
Che la Lombardia sia ricca di storia e tradizioni venatorie legate alla caccia alla migratoria minuta è un dato di fatto. Per non dire dell’indotto da essa generato: dall’Industria, al Commercio all’Artigianato, alla Ristorazione. Intere famiglie che si sostentano, grazie alla passione venatoria, così fortemente radicata, ed in particolare nelle Valli bresciane e bergamasche ma anche in altre Province lombarde.
La politica lo sa, o dovrebbe saperlo, e dovrebbe tenerne conto ogni qualvolta affronti le tematiche venatorie legate a questo tipo e forma di caccia tradizionale, patrimonio della cultura rurale e del territorio.
Ai primi posti, vi sono la Caccia o Prelievo in regime di Deroga alla selvaggina migratoria minuta e i “Roccoli”, già da decenni limitati alla funzione di Impianti di cattura per l’approvvigionamento di richiami vivi: i Roccoli, veri monumenti di architettura botanica e tratto caratteristico del paesaggio collinare e montano lombardo da ben più di 500 anni, sono la massima e più alta espressione dell’aucupio, ovvero l’arte della cattura con le reti degli uccelli silvani. Le realizzazione, il mantenimento e la condotta in esercizio di questi impianti è stata tramandata di generazione in generazione sino ai giorni nostri. Sono indubbiamente un patrimonio storico-culturale, simbolo peraltro di un’antica economia rurale sopravvissuta comunque come attività economica sino agli anni 70, anni in cui è stata convertita in “servizio pubblico” per la cattura dei richiami da distribuire ai capannisti: come tali vanno salvaguardati e tutelati, nonché fatti operare per quello che son stati creati, adeguandoli alle necessità attuali, visto che l’allevamento non è in grado di sopperire al fabbisogno di richiami vivi da utilizzare per la Caccia da appostamento.
Tutto ciò premesso, come Associazioni Venatorie della Lombardia siamo a richiedere una Delibera di Giunta, un Atto Amministrativo che consenta il Prelievo in Deroga, nelle modalità e nei tempi già previsti da Regione Lombardia, alle specie fringuello e peppola ed il riavvio dell’operatività degli Impianti di cattura.
Il parere ISPRA, obbligatorio ma non vincolante, e peraltro espresso senza esser entrato nel merito della proposta formulata dalla Lombardia tramite gli Uffici preposti, non dovrebbe essere ritenuto un ostacolo così come l’approvazione di una Delibera al riguardo, nonostante ISPRA, in modo irrituale e non di sua competenza, abbia posto l’accento su presunte conseguenze e sanzioni e su valutazioni non certo tecniche, ma politiche, che dovrebbero essere appannaggio della Giunta e del Consiglio.
Detta Delibera assumerebbe una particolare valenza e significato per i 70 mila cacciatori lombardi: sarebbe un sicuro segnale di vicinanza alle esigenze del mondo venatorio lombardo, che ad oggi si sente un po’ dimenticato anche per le semplici questioni di ordinaria amministrazione venatoria: dalla mancata adozione a tutt’oggi del calendario venatorio al sistema scelto per la distribuzione dei tesserini venatori, alla segnatura dei capi sul tesserino alla nomina delle commissioni per gli esami venatori (addirittura ancor oggi le commissioni per gli esami di abilitazione per la caccia di selezione agli ungulati non sono state formate), i cacciatori lombardi sentono una considerazione ridotta ai minimi storici.
Confidiamo che le richieste del mondo venatorio saranno invece tenute nella massima considerazione.