Mercoledì 2 agosto la Giunta regionale dell'Emilia Romagna ha approvato una delibera che autorizza, regolamentandola, la pratica della pasturazione dei cinghiali nella caccia di selezione. "Al fine di rendere efficace il prelievo di selezione del cinghiale, attuabile dal 15 aprile al 31 gennaio, così come previsto dal calendario venatorio regionale, pratica essenziale per mitigare l’impatto della specie sulle produzioni agricole - scrive la Giunta nella delibera - , si ritiene opportuno disciplinare l’utilizzo di fonti alimentari attrattive verso il punto di sparo, senza le quali, considerate le abitudini crepuscolari e l’elusività della specie, la potenzialità del prelievo e la possibilità di realizzazione dei piani assegnati si riduce drasticamente".
Il regolamento impone una serie di rigide regole a cui attenersi, affinché tale pratica non diventi fonte di sostentamento con le ovvie conseguenze, in linea con quanto suggerito anche da ISPRA. Per attrarre i cinghiali presso i punti di prelievo, devono quindi essere rispettate le seguenti prescrizioni: deve essere predisposto non più di un punto di alimentazione ogni 50 ha di superficie dell’unità territoriale di gestione (Distretto nell’ambito degli ATC, Azienda faunistico-venatoria); deve essere utilizzato esclusivamente mais in granella; deve essere utilizzato un quantitativo massimo di cibo da somministrare giornalmente in ciascun punto di disponibilità pari a un kg di granella di mais; deve essere sospesa la distribuzione del cibo attrattivo al termine del periodo di prelievo consentito e/o nel
momento in cui risultino completati gli abbattimenti autorizzati.