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La storia infinita, Arcicaccia nazionale torna sulle questioni che da quattro mesi non appassionano nessuno per cercare di giustificare i propri comportamenti e contestare la sospensione dalla CCT. Sembrava si fosse fatto un passo in avanti quando Sorrentino aveva finalmente preso atto che da parte di CCT e del passato gruppo dirigente di Arcicaccia Toscana c’era stata una corretta gestione dei bilanci e dell’associazione, ma oltre non sono riusciti ad andare.
I motivi della sospensione sono chiari ed incontrovertibili e non si limitano solo al mancato versamento delle quote societarie, quanto allo scorretto comportamento assunto dalla nuova gestione di Arcicaccia Toscana che ha vietato ai presidenti provinciali di fare il tesseramento nel rispetto degli accordi presi tra Arcicaccia, Federcaccia e Anuu toscane.
Per l’ennesima volta richiamiamo quanto ripetuto da aprile.
Mai è stato disconosciuto che Arcicaccia vantasse un credito nei confronti della CCT, si è sempre affermato che tale avere non potesse essere certificato sulla base di quanto iscritto come voce del bilancio preventivo, ma dovesse essere documentata nel suo ammontare e nello specifico dei contributi portati a CCT. Questione ribadita dal collegio dei garanti: “il collegio rileva come la compensazione dovesse essere richiesta e soprattutto documentata al fine di essere quell’asserito credito certo nel suo ammontare”. Concetto che è riportato anche nella citatissima lettera dell’avvocato: “motivata e facilmente RENDICONTABILE la legittimità delle cifre vantate come credito verso la CCT e dalla stessa mai contestate”. Il problema, quindi è facilmente risolvibile, e lo diciamo da aprile, Arcicaccia deve solo documentare e quantificare le voci che costituiscono il credito.
Ben più grave è invece la questioni dei comportamenti messi in atto da Arcicaccia contro la CCT, che si continuano a disconoscere, e che sono ben dettagliati nella delibera di sospensione dell’assemblea e ribaditi anche dal collegio dei garanti che nel loro verbale affermano: “è il caso di osservare che il comportamento del socio Arcicaccia fosse contrario ai principi della CCT. In particolare, tra le contestazioni mosse, si ricorda la posizione assunta da Arcicaccia in merito alla volontà di non voler apporre il logo della CCT nelle proprie tessere e, soprattutto, di non voler richiedere il contributo di € 5 per ciascuna tessera. Tali comportamenti hanno di fatto rilevato una volontà di non perseguire più gli obiettivi comuni di CCT.”
E’ Arcicaccia che si posta fuori della CCT. Questa è la verità che fa male e che Arcicaccia cerca di nascondere dietro un fumo di sproloqui su cui non merita spendere ulteriori parole. Non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire.
La Segreteria CCT