A Savona, in occasione della ripresa della caccia di selezione ai caprioli, che si protrarrà fino al 30 settembre, sono ripartite anche le proteste dell'Enpa, sempre sul pezzo quando si tratta di caccia. L'associazione animalista, cavalcando il solito filone siccità e incendi, chiede di fermare gli abbattimenti per non creare disturbo alla fauna. I cacciatori abilitati, dopo la pausa iniziata il 15 luglio, potranno abbattere 1388 caprioli maschi.
Le femmine ed i piccoli saranno invece cacciabili dal 1° gennaio 2018 e sino al 15 marzo. In tutti gli ambiti, la caccia al capriolo si svolgerà nelle tre giornate settimanali del lunedì, giovedì e sabato. Dal 17 settembre partiranno gli abbattimenti del cinghiale, che qui, come altrove, ormai è una calamità per i danni che provoca alle coltivazioni e per gli incidenti stradali che causa. Problemi ovviamente legati anche alla presenza massiccia di caprioli.
L'Enpa, che se la prende con gli organi regionali e statali per la risposta “come al solito brutale” ai problemi di squilibrio della fauna, ritiene che la situazione di sovrannumero potrebbe rrisolversi in altro modo. “Si cominci a studiare sul serio metodi ecologici per contenere i danni arrecati alle coltivazioni, proprio come si farebbe in un paese civile e moderno, senza fucilare nessuno” scrivono dall'associazione. Ovviamente l'Enpa si guarda bene dal citare qualche esempio. Non esiste infatti un solo paese “civile e moderno” in cui la selezione per mezzo del fucile sia bandita. Portare l'evidenza scientifica della fattibilità dell'uso di metodi alternativi, che finora Ispra ha sempre bocciato, inoltre, non dovrebbe essere compito proprio di chi li vorrebbe veder attuati?