In una nota la Fidc di Brescia esplicita le proprie critiche sulla situazione della distribuzione dei tesserini venatori affidata da Regione Lombardia alle Amministrazioni comunali. "Non ci piace non tanto perché le Amministrazioni non facciano il loro dovere e non impieghino tutte le risorse possibili. Non ci piace perché Regione Lombardia ha dato disposizioni a nostro modo di vedere provocatoriamente inutili, crediamo che si tratti di una provocazione perché la semplice esibizione del porto d’armi sarebbe più che sufficiente: i dipendenti delle Amministrazioni comunali infatti non hanno le competenze perché non è un loro compito averle per poter distinguere in modo sicuro se un porto d’armi è in corso di validità o no".
"Non si tratta di questioni di “lana caprina” - continua la nota Fidc Brescia - poiché pagare in anticipo la tassa di concessione per il porto d’armi può avere per i cacciatori conseguenze pesantissime se da un lato infatti sappiamo tutti molto bene che la validità del porto d’armi segue la data del rilascio, sappiamo altrettanto bene che pagare in anticipo della data del rilascio del porto d’ami può ingenerare contestazioni sulla validità del porto d’armi. E’ vero che esistono sentenze degli organi giurisdizionali del Governo italiano che sanciscono il principio della continuità del pagamento di un documento, il porto d’armi, che viene usato tutti gli anni. Allo stesso tempo a fronte di una contestazione la dimostrazione della continuità può avvenire tramite l’esibizione dei versamenti pagati negli anni precedenti".
L'associazione bresciana raccomanda dunque ai cacciatori di non pagare in anticipo il porto d’ami per poter ritirare il tesserino ma di insistere presso gli uffici del proprio Comune per ritirarlo qualora per esempio scadesse il 20 settembre a stagione venatoria inoltrata. "Il porto d’armi pagato dopo il 20 settembre 2016 è valido fino al 20 settembre 2017 e pagarlo in anticipo può comunque dire non averlo valido dopo il 20 settembre 2017. E’ per questo che crediamo che le scelte di metodo fatte da Regione Lombardia non siano a favore del mondo venatorio già vessato da tanti problemi. Federcaccia Lombardia promuoverà un quesito all’ufficio legale di Regione Lombardia per capire quali sono le motivazioni per cui i tesserini venatori, pur a fronte di una modifica legislativa che ne consente la spedizione presso il domicilio dei cacciatori, non siano stati consegnati in questo modo. Senza nessuna presunzione di avere la verità in tasca, vogliamo vedere nero su bianco le motivazioni legali per cui la distribuzione è stata affidata ai comuni. Anche perché, ci riesce difficile capire il motivo per cui alcuni consiglieri regionali, soprattutto i bresciani Alessandro Sala e Fabio Rolfi, si siano dati tanto da fare per modifica la legge".