"La Regione intervenga, caprioli e cinghiali distruggono le coltivazioni toscane di maggior pregio, la legge sugli abbattimenti e sui risarcimenti non funziona". Lo dice in una nota Ritano Baragli, responsabile del settore vitivinicolo Fedagri-Confcooperative Toscana, portando in evidenza una situazione insostenibile per i danni causati a viti e ulivi dagli ungulati, in crescita secondo gli agricoltori.
"Alla vigilia della vendemmia quest'anno si stimano perdite di uva che vanno dal 25 al 50 per cento a seconda delle zone: una gran parte, circa il 20 per cento della perdita, è stato purtroppo causato dalle gelate primaverili, un 15 per cento dalla siccità che non è ancora terminata, cause legate alla meteorologia su cui possiamo intervenire poco, la terza causa però è da attribuire a caprioli e cinghiali che si riversano su vigne e uliveti perché non trovano altro cibo", spiega Baragli.
“Gli abbattimenti sono l’unica strada percorribile - evidenzia il rappresentante degli agricoltori - , i cittadini devono capirlo, ne va della nostra agricoltura come anche della sicurezza sulle strade. Gli Atc non sono in grado con la legge attuale di controllare il numero di caprioli e non hanno sufficienti risorse per risarcire anche i danni riconosciuti. I coltivatori sono esasperati".