“Pratico la caccia da 28 anni. La passione per questa attività è nel mio Dna da famiglia di cacciatori di più generazioni”. Lo dice Grazia Gentili, cacciatrice al cinghiale in battuta, forma che pratica con la sua squadra, la “Cunicchio”, che ha a disposizione oltre 500 ettari di boscaglie, piane e calanchi, a Bagnoregio, in provincia di Viterbo.
Per lei la caccia è una ricarica di vitalità e di energie. “Le giornate passate a caccia - dice - sono l’antistress per eccellenza, uno stacco dalla vita e dalle attività quotidiane che ti fa ripartire alla grande”. Come gli altri componenti della famiglia, fa anche caccia di selezione, al capriolo, daino e cinghiale a Montalcino, in provincia di Siena. Oltre a condividere tutte le sue avventure venatorie con il padre e il marito, lo fa anche con il figlio di 15 anni, che dimostra di avere già la stessa passione.
La squadra possiede 50 cani di varie razze: Ariegeois, Porcelaine, Beagle, e Maremmani, 6 super canai e 30-40 poste di media. “La “cacciarella” come chiamiamo nelle nostre zone – spiega la nostra amica - è una attività entusiasmante, nulla fa scorrere l’adrenalina come una bella canizza che ti viene incontro in mezzo alla macchia e il setolone nero che spunta dalla spinaia”. A queste emozioni si contrappongono quelle molto diverse della caccia di selezione. Più pacata ma, dice Grazia, ugualmente molto coinvolgente. Le sue armi sono Browning 30.06, Blaser 308, Benelli cal.12.
Grazia partecipa con entusiasmo alle varie iniziative dedicate alla caccia al femminile, come l'annuale raduno delle cacciatrici italiane. “Negli ultimi anni ho avuto modo di conoscere tante donne che praticano questa attività ritenuta in passato molto riservata agli uomini. In effetti quando presi la mia prima licenza ero quasi una “mosca bianca”, ma ora sono in buona compagnia. Al raduno – evidenzia - ho trovato un bellissimo clima di amicizia e condivisione, ed un trainer come Berto Caroli che è veramente il massimo”.