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News CacciaBigHunter Giovani, Dario Buscema “migratoria: preserviamo la tradizione” lunedì 28 agosto 2017 | | La caccia del futuro è giovane, appassionata ed estremamente competente. Come il trentaseienne di Pordenone Dario Buscema, tecnico faunista e docente di corsi in materia venatoria, oltre che allevatore, ornitologo, giudice e commissario nelle manifestazioni ornitologiche. Un curriculum da vero professionista che lo ha portato a presiedere l'accademia faunistica della provincia di Pordenone, e a lavorare come tecnico. Suo l'editoriale “Fiere degli uccelli, ecco dove sbagliano gli animalisti”, appena pubblicato su BigHunter.it. Conosciamolo meglio.
“Sono arrivato alla caccia da bambino – ci spiega - , grazie alla mia passione per gli animali e accompagnando il mio vicino di casa nelle proprie battute di caccia. Ho sempre praticato assiduamente la caccia alla piccola migratoria, sia in forma vagante sia da appostamento. Caccio più frequentemente la migratoria, ma anche gli anatidi e gli ungulati”.
Nonostante la sua giovane età, può già contare su una quasi ventennale esperienza. Da quando ha iniziato, dice, “fra cacciatore, ambiente e società è cambiato molto negli ultimi anni: la società è sempre più distante dall’ambiente e dalle attività che si sviluppano sul medesimo, ivi compresa la caccia. Il cacciatore del resto (e le associazioni di categoria) vive ancora grandi difficoltà nel rapportarsi con la società e nell’inserirsi in attività di tipo pubblicistico, principalmente per ragioni socio-culturali”.
Abbiamo chiesto anche a lui dove sta andando la caccia in Italia (vedi inchiesta BigHunter.it). “Si sta trasformando rapidamente - risponde Dario - , soprattutto in determinate aree del paese (nord) – spiega - . Le nuove licenze sono principalmente interessate al prelievo degli ungulati, visto l’incremento delle popolazioni dei medesimi sul territorio Nazionale, snobbando forme di caccia specializzate ed impegnative come la caccia alla migratoria da appostamento o la caccia alla piccola selvaggina stanziale”.
Eppure, nel concreto, i cacciatori ci sono e possono fare ancora molto. “Penso che la caccia e i cacciatori siano l’unica categoria che concretamente possa porre delle azioni a favore della tutela degli habitat per due semplici motivi : il primo motivo è dato dal fatto che il cacciatore è cosciente che se non c’è ambiente non c’è fauna e, quindi, verrebbe meno anche l’andare a caccia; il secondo motivo riguarda le associazioni di categoria, le quali hanno o potrebbero avere la forza economica per intervenire in tal senso sul territorio”.
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