Ancora una volta il recente comunicato dell’ISPRA sulle limitazioni all’attività venatoria a causa della siccità e degli incendi che hanno colpito il nostro Paese, che pare una fotocopia di altri analoghi ogni qualvolta sembrino sussistere perniciose situazioni meteo, o in inverno o in estate, sembra dettato più dall’idea fissa che l’attività venatoria debba iniziare in ottobre e chiudere in dicembre, mentre in Europa è felicemente già iniziata nell’ambito di precise regole per specie e con prelievi programmati, autorizzati e coordinati.
Non sussistono problemi per gli uccelli migratori, che hanno nidificato tranquillamente nel grande Bacino del nord-est del Paleartico Occidentale, né per la selvaggina stanziale che, mai come in questa stagione, soprattutto la lepre, ha avuto un periodo felice per la riproduzione. E lo stesso dicasi per la caccia da appostamento, come se gli stessi fossero sempre provvisti di una “abbeverata” nelle vicinanze.
Comunque, in vista del cambiamento meteo previsto per i primi giorni di settembre, la proposta di ISPRA di questa allarmante prospettazione faunistica è priva di ogni fondamento ed è basata solo su ipotetici riferimenti suffragati unicamente da un frasario privo di valore scientifico laddove si legge “può condizionare” o “possono favorire” o “può far fronte” o “possono limitare” o “si possono verificare”.
Pensiamo che ve ne sia abbastanza per non condividere lo scritto e rispedirlo al mittente, portando finalmente serenità in un settore bisognevole solo di svolgere la sua attività nel rispetto della biodiversità e nella ripresa dell’economia dello specifico comparto anche a livello artigianale.
ANUU Migratoristi Stampa