Tempo fa, qualcuno ventilava l'ipotesi che all'Ispra non facessero ricerca, dato che a certe sollecitazioni per definire la piccola quantità del fringuello (di cui si richiedeva il prelievo in deroga), sembra rispondessero che non era possibile fornire dati. In questi giorni si dimostra invece che qualche ricerca all'Ispra sicuramente la stanno facendo. Non quella sul campo, per la quale dovrebbero essere deputati, ma nei loro archivi.
Chi ha memoria storica, infatti, ci ha messo a disposizione la copia di una lettera inviata dall'allora responsabile dr. Silvano Toso, da cui si evince una sospetto copia-incollatura del monito inoltrato giorni fa dal dr. Genovesi, più o meno agli stessi interlocutori istituzionali.
Chi vuole, può confrontare i due documenti e trarne le considerazioni che vorrà.
Difficile comunque non essere tentati da ipotizzare la mancanza dei dovuti approfondimenti e la probabile accondiscendenza a tesi precostituite, sollecitate da quel "sentimento" ambientalista-animalista che ormai sta dilagando senza pudore anche in larghi strati della società scientifica, che per definizione si dovrebbe attenere ai fatti e non alle opinioni.
A meno che, dati scientifici alla mano, dal 2012 al 2017 non sia cambiato niente e che questa incredibile somiglianza sia frutto del caso.
Di seguito uno stralcio della lettera del 2012
E quello dell'appello del 2017 sugli stessi argomenti:
E ancora quello relativo alle specie stanziali del 2012:
... contro quello del 2017