Il 30 agosto Fe.N.A.Ve.Ri (Federcaccia, Enalcaccia e Anuu) ha scritto ai Presidenti delle Regioni, al Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare e al Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali in merito alla nota Ispra dei giorni scorsi relativa alla richiesta di limitare l’attività venatoria a causa delle siccità e degli incendi che hanno colpito il Paese.
Ecco una delle critiche principali rivolte ad Ispra e alle sue richieste.. "La nota esordisce assicurando un “costante monitoraggio delle variabili meteoclimatiche e idrologiche”, ma non un unico parametro demografico, indicatore o dato oggettivamente valutabile circa eventi biologici in atto, viene portato a sostegno e motivazione della richiesta d’intervento da parte delle Regioni e Province autonome. Tale approccio denota, ancora una volta, il venir meno al compito precipuo dell’Ente, così come dettato dall’art. 7, c. 3, della Legge n. 157/’92. Non sembra superfluo, quindi, ricordare che l'ISPRA “ha il compito di censire il patrimonio ambientale costituito dalla fauna selvatica, di studiarne lo stato, l'evoluzione ed i rapporti con le altre componenti ambientali”, si legge in un passaggio della lettera di Fenaveri.
Dopo aver argomentato punto su punto tutte le obiezioni alla nota Ispra, Fenaveri conclude chiedendo alle Regioni Italiane di "mantenere i calendari stabiliti, poiché l’assetto normativo vigente, l’analisi descritta e le caratteristiche delle specie oggetto di caccia consentono l’esercizio venatorio". "Le Regioni Italiane - chiude la lettera - possono inoltre disporre di valutazioni aggiornate sulla situazione faunistica del proprio territorio, e possono di conseguenza avere un quadro realistico della possibile emergenza e adottare eventuali provvedimenti nel prosieguo della stagione."