In una nota l'Anuu Migratoristi commenta il comunicato stampa dell'Assessore regionale alla caccia Gianni Fava, in cui evidenziava di essere in attesa da oltre un anno di risposte dal Ministro Galletti sulla caccia in deroga. "L’Assessore Fava - scrive nella sua nota l'Anuu - stupisce ogni volta che affronta problemi venatori, dimenticando – ad esempio – che, per quanto attiene il rifornimento dei richiami vivi ai capannisti, il Ministro dell’Ambiente aveva già dato il suo parere favorevole in data 05/08/2016 alla legittimazione applicativa del prelievo dopo la chiusura della procedura di infrazione fin dal 16/06/2016 da parte della Commissione UE (ndr l’ISPRA fa finta di non saperlo con tutte le conseguenze del caso addebitabili ad un ente pubblico), riconfermandolo pure al Ministro degli Affari Regionali e al Presidente della Conferenza delle Regioni in data 03/11/2016, stante la precisa nuova normativa dell’art. 4 della vigente legge. E, ovviamente, l’Assessore Fava fa finta di non sapere".
"Ma gli uffici dove sono? - continua la nota Anuu - L’Assessore dimentica pure che il 20/09/2016 aveva dichiarato, a destra e a manca, che sarebbe intervenuto presso la Conferenza Stato Regioni, ma nessuno sembra che lo ascolti essendo un problema già risolto! Per ogni ulteriore considerazione sugli altri temi relativi all’applicazione delle deroghe, richiesto obbligatoriamente il parere all’ISPRA, la Regione Lombardia – lo dice la Corte Costituzionale – deve motivare il suo dissenso e può, in perfetta tranquillità amministrativa regionale, provvedere perché non può un ente, meramente consultivo quale l’ISPRA, “dichiarare illegittime le deroghe” onde evitare di sovvertire le regole dei rapporti costituzionalmente previsti tra Stato, Regioni ed enti meramente consultivi.
Tirare in campo il Presidente Maroni, in tutt’altre faccende affaccendato per evitare l’astensione al referendum per l’autonomia del 22/10/2017, è sviare l’attenzione e giocare allo scaricabarile. E così vanno le cose in una Regione che avrebbe dovuto difendere le tradizioni e le costumanze locali in nome di quella tanto conclamata tutela della realtà delle nostre genti. Ai lettori la risposta e le ovvie considerazioni in questo e in altri campi".