Sono tanti i punti che lasciano perplessi leggendo il nuovo comunicato dell'Assessore Pepe e del Presidente d'Alfonso in merito alla scelta di aprire genericamente la caccia in Abruzzo il primo ottobre per tutte le forme. L'intero comunicato è una plateale resa rispetto alle indicazioni dell'Ispra, visto che semplicemente, viene ammesso, non ci sono altre vie da percorrere.
Le motivazioni tecniche di questa scelta – dice papale papale l'Assessore Pepe - risiedono principalmente nell’adeguamento “ai documenti tecnici emanati sia da Ispra (Guida per la stesura dei calendari venatori”. Adeguamento, sì. Niente da dire quindi sulle ingiustificate restrizioni dell'Istituto che da anni vengono ritenute eccessive dai ricorsi persi al Tar dagli ambientalisti in diverse regioni d'Italia.
Perchè l'Abruzzo non argomenta scelte diverse? “Spesso ci troviamo a rispondere ad una frequente domanda posta dai nostri cacciatori – scrive Pepe insieme al Presidente d'Alfonso - : ma perché le altre regioni aprono la caccia a settembre e in Abruzzo no? In realtà l’Ispra – spiegano i due - ha consentito la preapertura a settembre solo a quelle regioni italiane che hanno una adeguata conoscenza delle popolazioni faunistiche oggetto di caccia, ovvero una programmazione faunistico-venatoria aggiornata e adeguata alle nuove esigenze dettate dalla Comunità europea. Ebbene l’Abruzzo ha una programmazione che risale a 25 anni fa, pertanto obsoleta e inadeguata a rispondere alle odierne esigenze di una caccia moderna, che prevede la programmazione dei prelievi sulla base delle consistenze faunistiche”.
“Ecco perché – continua la nota - uno degli obiettivi che ci siamo prefissi è quello dell’approvazione del nuovo Piano Faunistico Venatorio Regionale, uno strumento che consentirà alla nostra regione di tenere il passo con le regioni più virtuose in questa materia e, con esso, anche la revisione dei periodi di caccia. A tal proposito abbiamo avviato il processo di redazione del nuovo Piano con la delibera n. 875 del 27 dicembre 2016, nella quale vengono stanziati 135 mila euro per l’attuazione di una convenzione con l’Ispra, all’interno della quale sono elencate tutte le fasi della procedura”. Una convenzione con Ispra, quindi, difficilmente consentirà di superare le indicazioni di Ispra...
“Ci sono però anche altre motivazioni che stanno dietro l’apertura unificata” scrive l'Assessore. Anzitutto la scelta obbligatoria ed esclusiva della forma di caccia, in maniera da evitare che lo stesso cacciatore possa esercitare diverse cacce. “Si tratta anche di una scelta che risponde ad una precisa esigenza tecnica, quella di puntare ad una figura più competente ed emancipata, quella del cacciatore specialista”, si legge nella nota.
Altro motivo: evitare i ricorsi al Tar e relative bocciature il calendario avrebbe dovuto essere inattaccabile. Ed evidentemente in Regione non sanno che pesci pigliare. Infine, in sintesi, Ispra ha inviato la nota sulla siccità e gli incendi ed ha invitato anche l'Abruzzo ad evitare la preapertura. Poteva quindi l'Abruzzo tirarsi indietro? "L’apertura ad ottobre, come prevista nel nostro Calendario, risulta sicuramente congruente con l’esigenza di salvaguardia degli ecosistemi colpiti da queste calamità, perché nei prossimi mesi è previsto un significativo allentamento dei fenomeni, soprattutto relativamente alla siccità".