Il Presidente Fidc Friuli Venezia Giulia, Paolo Viezzi, fa sapere che "la Presidenza del Consiglio dei Ministri ha esaminato la legge 28/17 sulla caccia e nella giornata di ieri ha inoltrato alla Regione Friuli venezia Giulia richieste di chiarimenti in ordine a sole quattro disposizioni normative".
"In virtù di tali atti sono da considerarsi definitivamente acquisite, in quanto ritenute costituzionalmente legittime, norme importantissime per il mondo venatorio quali: 1) liberta d’immissione del fagiano adulto senza limitazioni di numero con conseguente possibilità di prelievo;
2) esercizio dell’attività venatoria con il segugio su tutto il territorio delle riserve anche a ridosso delle aree protette; 3) possibilità di effettuare l’allenamento, le gare e le prove cinofile con segugi anche sul capriolo; 4) possibilità di esercitare l’attività venatoria tradizionale in zona faunistica delle Alpi anche su terreni coperti da neve; 5) possibilità di utilizzo di fucili ad anima liscia con tre colpi; 6) impossibilità, per la vigilanza, di effettuare controlli sui tesserini venatori regionali a “tavolino”, bensì solo controllare i cacciatori durante l’esercizio venatorio; 7) devoluzione dei corsi per l’esame di abilitazione all’attività venatoria alle associazioni 8) abrogazione delle NO (meglio note Consistenze obiettivo) con necessità di riformulazione del Pian Faunistico Regionale".
"Quanto rimasto sul tavolo del confronto fra Governo e Regione sono: a) la norma che consente l’abbattimento dei capi feriti trovati ai margini della strada; b) la norma che ha esteso la caccia di selezione al cinghiale fino a quattro ore dopo il tramonto; c) la norma che ha abrogato il divieto di abbattimento dei colombacci oltre il quinto capo; d) la norma che impone al cacciatore che si muove con il fucile prima dell’avvio dell’orario di caccia di tenerlo scarico ed in custodia.
Non è escluso che le spiegazioni che fornirà l’Amministrazione regionale sulle quattro ultime questioni rimaste sotto osservazione, possano dipanare gli ultimi dubbi della Presidenza del Consiglio.