Il Tar della Sardegna ha appena sospeso il calendario venatorio 2017 – 2018 nella parte in cui consente il prelievo a pernice sarda e lepre sarda. Accogliendo la richiesta cautelare della ricorrente, l'associazione animalista Gruppo di Intervento Giuridico Onlus, ha deciso per la sospensione in via cautelare “considerato che allo stato manca un monitoraggio aggiornato in relazione alle due specie per le quali l’Associazione ricorrente richiede un peculiare regime di tutela”.
Il Tar ha dato ragione agli animalisti considerato che anche l’Ispra ha richiesto una sospensione della cacciabilità di queste due specie, in assenza di specifici dati sulla loro consistenza. Dati che quindi nemmeno l'istituto è in grado di presentare. La richiesta di divieto non è basata su controprove scientifiche.
Il tutto si basa su un mero calcolo di probabilità, del tutto astruse se non ridicole. Le presenta alla stampa Stefano Deliperi, presidente della Onlus che ha fatto il ricorso: "Il provvedimento impugnato prevede per le due giornate di caccia previste (24 settembre e 1 ottobre 2017) un assurdo 'carniere' potenziale complessivo di ben 71.974 lepri sarde e 143.948 pernici sarde per i 35.987 cacciatori autorizzati alla caccia in Sardegna secondo gli ultimi dati ufficiali disponibili".
Probabilmente il Tar ne ha tenuto conto. “L’ammissione alla caccia in carenza di dati aggiornati – scrivono dal Tar - potrebbe provocare concreti danni al patrimonio faunistico”. I giudici hanno tenuto conto anche della “possibile incidenza del grave stato di siccità e di incendi riconosciuto in sede di emergenza dalla stessa Regione”. Nell'attesa di rilievi adeguati e aggiornati il Tar ha sospeso la caccia a queste due specie in applicazione del principio di precauzione.