C’è tumulto nel mondo agricolo del lavoro montano, dopo che il Consiglio dei ministri ha deciso in questi giorni di bloccare, a due mesi dalla approvazione, un apposito decreto regionale, emanato dal Pirellone, per la "gestione faunistico-venatoria del cinghiale e il recupero degli ungulati feriti".
A seguito dello stop alle disposizioni lombarde per l'"emergenza cinghiale" pervenuto dal governo centrale, con la motivazione: "Alcune decisioni in materia di prelievo venatorio violano la competenza esclusiva dello Stato relativamente alla tutela dell’ambiente e dell’ecosistema». Coldiretti Lombardia dwenuncia "incomprensibile" la rinuncia a misure più drastiche per fronteggiare il proliferare di cinghiali tra campagne e boschi, e preannuncia appelli.
Anche da Sondrio - si legge su La Provincia di Sondrio - si annuncia battaglia. "Andiamo in settimana a Milano per parlare con gli altri referenti regionali della nostra associazione, tutti insieme faremo sentire le nostre ragioni - dice il presidente Coldiretti Sondrio Alberto Marsetti - quella promulgata dalla Regione Lombardia a luglio era una buona legge, che recepiva tra l’altro dispositivi messi a punto e sperimentati proprio in provincia di Sondrio. I cinghiali sono dannosi e possono anche essere pericolosi e questo non è il loro habitat".
Nel territorio lombardo l’emergenza cinghiali è segnalata da tempo: secondo la Regione, si stima "siano presenti non meno di seimila esemplari di cinghiale concentrati in particolare nelle province di Bergamo, Brescia, Como, Lecco, Sondrio e Varese. Oltre 4 mila altri cinghiali si trovano inoltre nella zona appenninica in provincia di Pavia".