Anche
Libera Caccia e Confavi hanno pubblicamente dato il loro appoggio al
testo di riforma della 157 consegnata dal senatore
Franco Orsi in Parlamento criticando aspramente il tentativo di
denigrazione della riforma agli occhi dell'opinione pubblica, messo in piedi da numerose fonti di informazione nazionali. “Se anche stavolta c’è qualcuno che nutre dei dubbi sul perfetto e cronometrico sincronismo di tante iniziative mediatiche – scrive Libera Caccia in un comunicato stampa - , allora dovrebbe farsi ricoverare subito. Il nostro guaio (nostro inteso come Cacciatori) è che
ci siamo trovati improvvisamente circondati”. Ma non c'è da arrendersi secondo Libera Caccia e questo è il momento di fare i conti anche
con chi “ha preferito giocare su due campi diversi e che ancora oggi, non ha ancora deciso da quale parte stare e a quale tavolo sedere, con una faccia tosta non più tollerabile”, il riferimento è in questo caso alle associazioni venatorie “che hanno scelto di difendere qualche cadreghino o gli interessi di partito piuttosto che la dignità dei cacciatori”.
A fare eco alle
dichiarazioni di Sergio Berlato che ha diffuso un comunicato ieri appoggiando le
proposte contenute nel testo Orsi in parte simili a quelle del testo Berlato sostenuto da 843 mila firme, la Confavi scrive: “Sbaglia il sen. Orsi ad affermare che tutti lo hanno lasciato solo”. Ma il presidente di Confavi Maria Cristina Caretta
avanza anche alcune critiche al relatore: “Il sen. Orsi ha sbagliato a fidarsi dei dirigenti di quelle associazioni venatorie che siedono al tavolo zoppo degli stakeholders,
tavolo creato unicamente per affossare qualsiasi modifica migliorativa della 157/92”. Secondo la Caretta il sen. Orsi dovrebbe
eliminare alcune parti “che servono solo ai detrattori delle modifiche alla 157/92 per giustificare il fuoco di sbarramento mediatico al quale stiamo assistendo in questi giorni” ed
integrare il testo con alcuni punti del disegno Berlato: “1) la messa in terzietà dell’I
NFS (ora ISPRA) 2) l’eliminazione della teleprenotazione per la mobilità venatoria; 3) l’intergrale recepimento delle modifiche
all’art. 18 con il concetto delle cacce per periodi e per specie, come avviene nel resto d’Europa; 4) l’eliminazione del
silenzio venatorio per tutte le forme di caccia e non solo per alcune cacce specialistiche; 5) il prolungamento della
giornata venatoria sino ad un’ora dopo il tramonto per le cacce da appostamento agli acquatici ed ai turdidi; 6) la possibilità di
consentire la caccia agli uccelli acquatici nei terreni allagati dalle piene di fiume; 7) la conversione di alcune sanzioni penali in sanzioni amministrative. l’eliminazione di alcuni inutili privilegi per gli istituti privatistici che possono solo favorire le divisioni del mondo venatorio”.