Una determinazione della Provincia autonoma di Trento ha predisposto l'abbattimento in deroga di 75 cormorani al fine di ridurre i danni che causa alla fauna ittica dei fiumi trentini. Da domenica scorsa è quindi autorizzata la caccia ad un massimo di 75 cormorani, come stabilito dal provvedimento firmato dal dirigente di settore Maurizio Zanin, che definisce modalità e zone coinvolte.
Nell’operazione, coordinata dalla forestale provinciale, è stata coinvolta anche l’Associazione provinciale cacciatori che ha inviato alcuni propri aderenti a corsi di formazione ad hoc per prepararsi alle uscite per abbattere i cormorani. Per il territorio del fiume Adige, sono previsti 25 prelievi. Di questi 3 nel tratto compreso tra il confine con Bolzano e il ponte della Cacciatora a San Michele, 13 dal ponte della ferrovia sempre a San Michele e la confluenza con il torrente Vela e 3 dalla diga di Ala a Borghetto.
Altri 2 ciascuno potranno essere abbatuti dalla diga di Mori alla confluenza con il torrente Ala, dalla confluenza col Rio Cavallo allla confluenza col Rio Coste e dalla confluenza col Fersina a quella col Rio Cavallo. Nove esemplari potranno essere abbattuti lungo il torrente Avisio, di cui 5 da Serra di S. Giorgio a Lavis fino alla diga di Stramentizzo e gli altri 4 dal lago di Stramentizzo escluso alla confluenza col torrente Travignolo. Sul Noce ben 19 possibili abbattimenti, con il maggior numero, 12, tra la Rocchetta e la confluenza con l’Adige, tre tra la Rocchetta e la diga di Santa Giustina e 4 tra il lago di Santa Giustina escluso e Ossana. Sul Chiese sono 5 gli abbattimenti previsti, tredici sul fiume Sarca, uno sul Fersina e tre sul Brenta.
(L'Adige)