Se fino ad oggi nessun dato sperimentale ha dimostrato che i casi d'influenza aviaria siano stati causati da trasporto di richiami vivi ed in nessun caso sono stati coinvolti anatidi selvatici in Italia, per quale motivo solo in Italia, se non per accanimento ideologico ingiustificato contro l’attività venatoria, si continua a vietare l’utilizzo dei richiami vivi a tutto il territorio nazionale? E' la sostanza dell'interrogazione che l'on. Stefano Borghesi (Lega Nord) ha rivolto al ministro della salute Lorenzin.
Come sempre i dettami ed i comunicati che arrivano da Bruxelles, i ministri italiani li interpretano e le applicano in maniera soggettiva e discrezionale, l'importante che a prescindere siano restrittive e penalizzanti per i nostri cittadini-cacciatori. Curioso - si chiede e chiede Borghesi - sarebbe capire quale sia il motivo scientifico che attribuisce un ruolo fondamentalmente pericoloso nell'utilizzare i richiami vivi per la caccia agli acquatici, tale da mantenere un divieto su tutto il Paese nonostante siano state individuate aree ad alto rischio e quando, è accertato e dimostrato, che i casi d'influenza aviaria si manifestano puntualmente solo in periodo di non utilizzo dei richiami vivi.
"Come Lega Nord - conclude Borghesi - siamo fortemente convinti che le motivazioni del divieto tout court di utilizzo dei richiami vivi sia puramente frutto di un’alienata ideologia anticaccia che preferisce ignorare i consigli dell’Unione europea di mettere in atto un’attività di monitoraggio della presenza del virus negli anatidi selvatici utilizzando i cacciatori come sentinelle ecologiche."
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