“Immotivata e intempestiva, che non trova riscontro nel nostro ordinamento, per altro presa ad inizio della stagione venatoria, al culmine dello svolgimento degli adempimenti necessari per poter svolgere l’attività”. Commenta così la Federcaccia provinciale di Vibo Valentia, la decisione di commissariare i vari Ambiti territoriali di settore presa dalla Regione.
A farne le spese ora sono i cacciatori che si trovano di fronte ad una serie di disservizi, soprattutto per l'organizzazione della caccia al cinghiale. Nell'Atc Vibo 2, per esempio non hanno potuto ottenere i registri di battuta e in alcuni casi addirittura la necessaria autorizzazione per potere esercitare la caccia al cinghiale.
La Federazione fa notare che negli Ambiti territoriali Vibo 1 e 2 e Catanzaro 1 sono stati nominati commissari "di chiara marca politica". "Pura combinazione?" si chiede l'associazione. L’attenzione va poi al decreto attuato dal Governatore della Calabria Mario Oliverio, che di fatto “conferisce pieni poteri di gestione ai commissari”. Al riguardo, l’auspicio è che questi non cadano nell’errore di ignorare il regolamento regionale 11/2010, che all’articolo 14 comma 3 a proposito dei loro poteri “limita i compiti nel tempo e richiede l’attivazione delle procedure per la nomina del nuovo comitato di gestione”.
Fidc Vibo Valentia in particolare chiede “un passo indietro" per permettere il "salto di qualità necessario ad attuare una riforma ormai improcrastinabile, che consenta un più sereno e disciplinato svolgimento dell’attività venatoria con regole certe”.
Nelle proteste si inserisce anche l’ex presidente dell’Atc Vibo Valentia 1 Bruno Manduca, a difesa del comitato commissariato. “Le decisioni sono state prese all’unanimità nella stragrande maggioranza dei casi” e che in relazione al controllo degli ungulati eseguito senza il consueto censimento previsto dalla legge, “l’Atc ne ha più volte richiesto la gestione alla Regione Calabria, così come previsto dal regolamento emesso dalla Regione stessa”.