“Mio padre mi ha trasmesso un virus: quello dell'ars venandi”. Scherza Dino De Fabrizio, cacciatore di Lecce, appassionato oltre che di caccia anche di sport, calcio in primis. Nato e cresciuto in campagna, Dino ci racconta che la passione è cresciuta sempre di più, sino a divenire un fuoco. “Con gli anni capisci veramente che se ami la caccia, rispetti anzitutto il selvatico e la natura, cosa che ti porta al rispetto delle leggi che regolano l'attività venatoria. Anche se come cacciatori non siamo quasi per niente tutelati, anzi...”.
Ama tutto della caccia: “lo stare immerso nella natura in silenzio ad ascoltare i rumori del bosco con tutte le sue impercettibili sfaccettature e sfumature”. Pratica per lo più la caccia alla beccaccia, “la madama dagli occhi di velluto... la MIA Regina!” come la chiama lui. Va a caccia insieme i suoi splendidi setter, che adora, è sposato e ha già due splendidi figli.
“Mia moglie ha dovuto accettare di non essere contraria alla caccia, prima del nostro matrimonio – spiega - Anzi, ho inserito anche nel "contratto", che non solo non doveva essere contraria al nostro meraviglioso mondo, ma doveva anche imparare a spennare la selvaggina, cosa che puntualmente fa con qualche borbottamento quando torno a casa, con carnieri eccezionali! Mi piacerebbe tanto che mi seguisse a caccia...ma l' ha fatto solo una volta...quando eravamo fidanzati...”.
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