E' legittimo il Piano Faunistico del Friuli Venezia Giulia. Lo ha stabilito il Consiglio di Stato con sentenza pubblicata il 20 ottobre 2017. La Sezione, nell’evidenziare la centralità del Piano Faunistico come strumento di programmazione generale nel regolare il delicato equilibrio tra la tutela del patrimonio faunistico e le attività di caccia, ha ritenuto legittima la scelta della Regione Friuli Venezia Giulia di salvaguardare, mediante particolari restrizioni all’esercizio dell’attività venatoria, alcune specie animali, come quella dell’allodola e della tortora, ma anche di limitare "le prove cinofile con cani da seguita su lepri, cinghiali e caprioli". "Si tratta di tutelare alcuni animali ritenuti più vulnerabili, privilegiando forme di caccia meno invasive per l’ambiente circostante" si legge nella comunicazione del CdS.
La decisione ha accolto l'appello della Regione Friuli Venezia Giulia e ha riformato la sentenza del Tar (Tribunale amministrativo regionale) per il Friuli Venezia Giulia con la quale era stato annullato il piano faunistico regionale. Ad opporsi al ricorso c'era la Federcaccia friulana. Soddisfatto l'assessore Panontin: "Le nostre argomentazioni tecniche e di merito sono state ritenute degne di attenzione e sono state premiate", ha osservato Panontin.
"A questo punto - ha aggiunto Panontin - si chiude, per quanto riguarda il tema della pianificazione faunistica, un lungo iter e un percorso anche difficile. Quel piano, come abbiamo sempre detto, potrà subire dei necessari aggiustamenti e delle revisioni dinamiche, ma l'impianto complessivo è fatto salvo. Unitamente agli interventi normativi che abbiamo recentemente approvato in Consiglio regionale e quindi adottato, il dossier caccia manca solo di alcuni aspetti per essere definitivamente archiviato in questa legislatura".
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