In Italia secondo i dati elaborati dal progetto Anasat, oggetto di un dottorando all'Università di Pisa e di prossima pubblicazione sulla rivista scientifica Ibis, le alzavole iniziano a migrare mediamente intorno al 14 marzo, ovvero un paio di mesi più tardi delle date scritte nei key concepts della Direttiva Uccelli (20 - 30 gennaio), che hanno determinato il limite massimo temporale di prelievo nei calendari venatori. E' in estrema sintesi ciò che viene spiegato in un articolo di Alfonso Lenzoni dell'Acma su Il cacciatore italiano, periodico della Federazione Italiana della Caccia.
Questi dati sono importantissimi, si aggiunge, perché, una volta pubblicati, potranno essere d'aiuto nel caso di future richieste di limitazione dei tempi di caccia all'alzavola e perché "suggeriscono, inseme ad analoghi dati riscontrati con altri progetti per la beccaccia e i turdidi, che le date fornite a suo tempo da Ispra riguardo all'inizio della migrazione pre-nuziale, e quindi al limite massimo entro cui la stagione venatoria deve concludersi, appaiono essere non corrette e viziate da forti errori temporali, guarda caso penalizzanti per l'attività venatoria".
Il progetto, al suo quarto anno di vita, si basa sulla telemetria satellitare, applicata con successo a 44 soggetti di alzavola prima in Lombardia, Veneto, Toscana e poi anche in Puglia. Forti dei risultati ottenuti, per il 2017 – 2018 si sposterà sulle specie codone e canapiglia, anch'esse con una data di inizio migrazione primaverile indicata nella terza decade di gennaio. Il prossimo passo è portare queste evidenze scientifiche, per altro già oggetto di 4 tesi di laurea, all'attenzione delle istituzioni europee e nazionali per ottenere le dovute revisioni e rispondere in maniera decisa agli attacchi anticaccia.
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