A seguito del provvedimento di sospensione della caccia nelle zone colpite dagli incendi da parte della Regione Piemonte, si registra l'intervento del consigliere regionale Gian Luca Vignale, secondo cui "gli incendi che hanno sconvolto il Piemonte non potevano prevedere una limitazione dell’attività venatoria cosi come deliberato dalla Giuntaregionale. Infatti - - spiega Vignale - la legge 353 prescrive che: “Sono altresi' vietati per dieci anni, limitatamente ai soprassuoli delle zone boscate percorsi dal fuoco, il pascolo e la caccia”.
"La stessa norma - spiega Vignale - può consentire di individuare “zone cuscinetto” in cui si può prevedere, motivandolo, una sospensione temporanea della caccia. Ma la scelta attuata dalla Giunta regionale, dopo aver consultato esclusivamente le associazioni anticaccia, di chiudere la caccia: • fino al 30 novembre nei comparti alpini CACN2, CACN4, CATO1, CATO3 e CATO5; • fino al 10 novembre nei Comparti alpini CATO2, CATO4 e negli Ambiti Territoriali di Caccia ATCTO1, ATCTO2, ATCTO3".
Secondo Vignale si tratta dell'ennesima dimostrazione di come questa Giunta insieme ai 5 Stelle abbia fatto delle politiche anticaccia una priorità. "Chiudere l’attività venatoria in territori neppure sfiorati dagli incendi, lontani chilometri da tali aree, che scientificità può avere se non approfittare di una situazione drammatica per speculare e approvare l’ennesima delibera anticaccia?" chiede Vignale".
Il consigliere regionale precisa che "pochi come i cacciatori sono amanti del loro territorio e rispettosi delle situazioni di reale difficoltà. Molti cacciatori in questi giorni in qualità di AIB, di volontari della protezione civile, di amministratori locali, di semplici cittadini sono stati vicini al Piemonte in fiamme".
Ecco l'intervento di Vignale in Consiglio