La Giunta Regionale, con provvedimento che verrà reso esecutivo oggi dalla pubblicazione sul B.U.R.P. (Bollettino Ufficiale Regione Piemonte), ha deciso la sospensione di tutta l’attività venatoria sino al 30 novembre nei comprensori alpini coinvolti dai recenti e devastanti incendi (CATO1, CATO3, CATO5, CACN2, CACN4), mentre fino al 10 del mese dovranno lasciare carabine e fucili nei loro armadietti blindati i cacciatori dei CATO2 e CATO4, come pure di alcuni ambiti di pianura (ATC T01, 2 e 3), considerate aree limitrofe e dunque da chiudere alla caccia per tutelare la fauna che lì avesse cercato rifugio.
La delibera prevede che questi termini possano essere prorogati, o il provvedimento venir revocato.
Le fiamme hanno arroventato monti e valli per molti giorni, bruciando migliaia d’ettari di foreste e praterie, e mettendo a rischio gli stessi insediamenti umani, favoriti dalla siccità e alimentati dal forte vento; appaiono dunque giustificate le preoccupazioni di tutti, tanto che furono per primi proprio i comprensori alpini ad invocare ed attuare azioni di tutela dell’ambiente, limitando fortemente l’attività venatoria.
Ciò nonostante Federcaccia Piemonte ritiene che la decisione, tardiva ed eccessiva per non dire pretestuosa, sia frutto della forte spinta emotiva dell’opinione pubblica, unitamente alle pressioni politiche giunte da alcuni esponenti PD alla loro stessa maggioranza di governo, saldatesi questa volta con quelle del Movimento 5 Stelle, che invece amministra la Città Metropolitana di Torino.
Il “vecchio” che arranca, e il “nuovo” che avanza…zoppicando vistosamente, tutti miracoli che possono accadere solo se l’odor di fumo si mescola a quello d’elezioni ormai imminenti. Ricordiamocene!
Intervenire così come s’è fatto, solo a fuochi ormai spenti, è come…chiuder la stalla con i buoi già usciti; così come pare assurdo sospendere la caccia in zone lontane decine di chilometri dai roghi, perché se devi salvaguardare l’ambiente nel centro di Torino o Cuneo, ha poco senso vietare la circolazione in tutta la loro provincia. In più esistono già leggi che tutelano le aree boscate percorse dalle fiamme, vietandone la caccia per 10 anni, senza dover assumere provvedimenti così drastici senza alcun supporto tecnico-scientifico.
Non aggiungiamo altro, perché la situazione è già abbastanza grave così senza dover pensare anche a miserie e goffaggini della nostra politica, totalmente incapace di risolvere i problemi a tempo debito.
Chi spiegherà ora al mondo agricolo che per quasi un mese cinghiali e caprioli saranno liberi di scorrazzare e devastare campi e coltivazioni? Chi pagherà loro i danni, visto che la Regione, quando lo fa, ed è sempre in ritardo, solitamente…usa i soldi dei cacciatori?
A noi spiace per loro, così come siamo molto vicini alle popolazioni colpite dagli incendi, e proprio per questo Federcaccia Piemonte intende mettere a disposizione risorse e propri uomini per interventi sul territorio, di bonifica e ripristino ambientale. Di aiuto concreto.
Unitamente ad Ekoclub International, e con la collaborazione che chiederemo a CA ed ATC, lanceremo iniziative di sostegno e dedicheremo ore lavoro, e denaro, a questa indispensabile attività.
Ci piacerebbe riuscissimo a piantare un intero bosco, da dedicare a tutte quelle straordinarie persone, e molti di loro erano cacciatori piemontesi, che per giorni e giorni hanno lottato ed affrontato le fiamme.
I cacciatori non appiccano i fuochi, come riportato da qualche social che ha fatto da cassa di risonanza alle accuse del solito idiota di turno, semmai cercano di difendere e tutelare il territorio, perché lo vivono con passione e ne prelevano i frutti.
Quanto ai signori politicanti, beh, abbiamo poco altro da dire: s’è trattato dell’ennesima…bella pensata dei soliti incompetenti! E qui da noi ce ne sono tanti.
Federcaccia Piemonte
Torino, 3 novembre 2017