La III Commissione del Consiglio regionale del Piemonte durante la seduta del 22 novembre 2017 ha licenziato il disegno di legge presentato dall'Assessore Ferrero sulla gestione venatoria. Il testo, presentato nel 2015, a seguito dell'abrogazione della precedente legge nella passata legislatura, ha subito diverse modifiche che vanno a limitare ulteriormente la caccia rispetto alle disposizioni nazionali.
Alcuni esempi: si restringe la lista delle specie cacciabili (vengono quindi definitivamente escluse le tipiche alpine ed alcuni acquatici), viene escluso il coinvolgimento del cacciatore nei piani di controllo faunistico, inserito l’obbligo di una prova di tiro per la caccia di selezione. Respinta invece la richiesta, avanzata dal Movimento 5 Stelle ma anche da alcuni esponenti della maggioranza, di vietare la caccia la domenica. La nuova legge, che deve ancora passare al vaglio dell'assemblea regionale, contiene anche il riconoscimento della possibilità di commercializzare gli animali abbattuti e l’aumento della superficie venatoria minima degli ambiti territoriali di caccia e dei comprensori alpini.
Sul provvedimento abbiamo interpellato il consigliere Gianluca Vignale, che, oltre ad aver presentato un proprio testo abbinato (respinto come anche quello a firma del Movimento 5 Stelle), a questa riforma aveva presentato 520 emendamenti. “Esprimo contrarietà a questa legge – dichiara Vignale - che ha inserito una serie di modifiche allo stesso disegno della Giunta e a quello che avevo presentato io. Sono modifiche anticaccia. La norma introduce il divieto di caccia a 15 specie indicate nella legge di Stato. Avendo il Piemonte già una legge restrittiva si va a peggiorare la situazione. E' stato introdotto il divieto di utilizzo dei collari elettrici e tutta una serie di limitazioni significative. Non è una legge di gestione faunistica ma di limitazione venatoria. Quando la legge andrà in aula faremo il possibile per evitare che questa legge sbagliata venga approvata”.
Su questa legge la maggioranza stessa si è spaccata. Alcuni esponenti, anche del Pd e di varie formazioni affiliate (Sel, Mdp e Moderati) hanno presentato emendamenti in linea con quelli del Movimento 5 Stelle, che la caccia la vorrebbero fortemente ridimensionata. Il disegno di legge dei grillini infatti chiedeva di ridurre il più possibile l’attività venatoria, limitandola solamente al cinghiale (5 capi annui), alla lepre comune (2 capi annui) e al fagiano (3 capi annui) esclusivamente nelle giornate di mercoledì e sabato, e recepire proprio quei quesiti referendari che portarono all'abrogazione della vecchia legge.