E' in dirittura d'arrivo la consultazione pubblica avviata dalla Commissione Europea attraverso l'European Chemicals Agency (ECHA) - sollecitata anche da una richiesta di Birdlife (Lipu in Italia) - su alcune limitazioni proposte per la caccia sull'uso del piombo.
Sono state chiamate a dire la loro le associazioni che a vario titolo si occupano del tema ma anche i cittadini hanno potuto parteciparvi rispondendo alle domande (in inglese) sul regolamento proposto. Ovviamente anche il mondo venatorio è stato coinvolto attraverso la Face, ovvero la più grande organizzazione che rappresenta i cacciatori in Europa, che già si era espressa a favore di un graduale superamento del piombo nelle zone umide in Ue.
Uno dei punti proposti è quello di utilizzare la definizione di zona umida Ramsar per vietare la caccia con il piombo: il che significa includere anche le torbiere. Una misura sproporzionata secondo la Face, che estenderebbe il divieto anche in zone asciutte e andrebbe ben oltre l'obiettivo che ci si prefigge di raggiungere, ovvero proteggere le gli uccelli acquatici dal rischio di saturnismo.
C'è poi un altro problema nella prosposta di regolamento dell'agenzia per la chimica: vietare anche il possesso del piombo nelle zone umide. Cosa che, fa notare la Face, porterebbe enormi problemi di attuazione e di interpretazione (e chissà quanto lavoro per i tribunali!) visto che i cacciatori si muovono tra zone umide e terrestri anche quando non cacciano uccelli acquatici. Se per Face le prove presentate riguardo all'impatto del piombo sugli uccelli acquatici sono sufficienti (“è generalmente accettato”) per eliminarne gradualmente l'uso, non è altrettanto dimostrata l'incidenza sulle specie che vivono in altri habitat. L'evidenza suggerisce anzi che sulle popolazioni studiate, ad esempio di nibbi, poiane, pernici rosse e grigie, non ci sono modifiche nelle tendenze demografiche. Face dice no anche all'istituzione di “zone cuscinetto”, ovvero in sostanza, l'estensione dei divieti anche oltre le aree umide.
Altre domande della consultazione riguardano l'accettazione dei divieti da parte dei cacciatori e le implicazioni della sostituzione dei pallini sull'economia e sull'industria di settore. In particolare la Commissione ha cercato di indagare se un periodo di transizione di 36 mesi sarebbe sufficiente per imporre restrizioni nelle zone umide. Secondo la Face per i paesi che non hanno restrizioni sul piombo, un periodo di eliminazione graduale di 36 mesi è troppo breve, ci vorrebbero almeno 60 mesi. In molti paesi, fa notare la Face, c'è una grande quantità di fucili vecchi e potenzialmente non idonei, che possono portare a problemi assicurativi e legali per i cacciatori.
Face ha anche portato le proprie perplessità riguardo altri aspetti, che vanno affrontati nello specifico, come i problemi di sicurezza derivanti dall'uso di queste munizioni per gli stessi cacciatori (idoneità delle armi, preoccupazione per i rimbalzi dell'acciaio soprattutto in zone rocciose). Inoltre molti cacciatori sostengono che la proporzione di uccelli acquatici feriti è più alta anche se la distanza di tiro è ridotta e si utilizzano proiettili d'acciaio di diametro maggiore. Quando si caccia con munizioni senza piombo, la distanza di tiro deve essere ridotta. Ciò richiede maggiore abilità e addestramento da parte del cacciatore per poter stimare correttamente la distanza di tiro. Il rischio di rimbalzo quindi aumenta ancora di più.
Tutte queste osservazioni saranno prese in considerazione insieme alle altre e finiranno nella relazione finale dell'agenzia Ue per la chimica. Dopodichè sarà la Commissione Ue a redigere il regolamento.