Un marziano appena arrivato sulla terra, che si ponesse il quesito di come sta la storia delle cosiddette specie invasive in Italia, e volesse approfondire in base ai pareri espressi dagli organi competenti in questi ultimi due mesi, si troverebbe a concludere che quella categoria faunistica è come per incanto scomparsa.
Lasciamo stare la vicenda del lupo, che finirà appeso sempre più spesso ai crocevia delle strade e nelle piazze, a dimostrazione che il problema non esiste.
Veniamo invece a quella che molti, agricoltori in testa, avevano definita la piaga dei danni. Nutrie che distruggono gli argini dei fiumi e altre specie alloctone che si fanno largo a scapito delle specie indigene (autoctone). La "preziosa" biodiversità. Ma anche ungulati, che "untochables" all'interno dei parchi, scorrazzano liberamente in melighe e vigneti, alla faccia di coloro che pervicacemente insistono a tutelarne il perpetuarsi del danno.
Niente di tutto questo appare all'orizzonte, se come sembra, dopo gli impegni in Conferenza Stato-Regioni, smentiti come al solito da successivi voltafaccia del Ministero Ambiente (con Ispra che nega se stessa, con pareri autolesionistici), dopo le proteste della Conferenza delle Regioni (comunicato del 24/11/2017) inopinatamente ritrovatasi in brache di tela, dopo il "recupero" del serafico Galletti che all'11 dicembre dà la lieta novella che con un emendamento il CDM ha invece riaccolto le suddette istanze, con conseguente corsa ad attribuirsene i meriti, e garanzia gratuita del solito ingiustificato allarme rosso di tutte le associazioni animaliste, dopo tutti questi rimpalli, lo stesso marziano, ignaro ma cocciuto, si arrende, incapace di trovare traccia di una qualsiasi minimamente decorosa pezza d'appoggio, nell'imminenza dell'approvazione definitiva di quella legge di "instabilità", che sembra ormai da anni l'unico provvedimento col quale si possano ottenere disposizioni che abbiano un minimo di efficiacia in questo sciagurato paese.
Dove fra rimpalli di responsabilità, omuncoli di qualsiasi ordine e grado che s'impegnano ormai esclusivamente per salvare il proprio scranno in Parlamento, bande di irresponsabili che continuano battaglie di retroguardia pur di procrastinare sine die la propria ineluttabile scomparsa dal novero dei presenti, vince chi urla di più e perde di solito chi ha e sostiene idee e principi ragionevoli.
Insomma, quel solito marziano, persa ogni speranza di capire, si sta preparando alla nuova ma immancabile sorpresa che lo renderà irrecuperabilmente sconcertato, quando, fra pochi giorni, fra poche settimane, i soliti impuniti si troveranno a protestare per danni alle colture, invasioni bibliche di specie invasive, gente furiosa e disgustata.
La misura, purtroppo per lui, sarà colma quando per l'ennesima volta ci sarà qualcuno che lo vorrà convincere che la colpa è dei cacciatori.
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