Ecco il comunicato pubblicato dalla Federcaccia che infomra sugli esiti dell'ultima assemblea nazionale:
"Una Federazione forte e ben radicata sul territorio, arricchita di competenze e professionalità, che si occupa del contingente e delle necessità quotidiane dei cacciatori, ma con uno sguardo attento e lucido al futuro, ampliando i propri campi di interesse e di azione per portare la caccia a essere riferimento e interlocutrice autorevole nelle questioni ambientali e faunistiche e a veder riconosciuta la propria dignità e cultura nella società. Una Federcaccia che sia elemento catalizzatore per una unione dei cacciatori in un momento difficile per l'attività venatoria, che richiede progetti lungimiranti, costanza e volontà nel perseguirli.
Questa la visione, la mission come si usa dire oggi, scaturita - ma sarebbe meglio dire confermata - dalla due giorni di lavori svoltisi nello scorso fine settimana a Roma e che hanno visto riunirsi il Consiglio nazionale prima e l'Assemblea nazionale poi.
Due giorni impegnativi, in cui non sono mancati momenti di confronto e di chiarimento anche intensi e argomentati, come è proprio di una grande associazione come la nostra, capace però di fare sintesi e concentrarsi sull'essenziale condividendo le decisioni e le linee di condotta più importanti, come sempre è stato nel corso di questa presidenza.
Politica associativa interna e rapporti con le altre associazioni venatorie; l'ormai imminente appuntamento con le urne e la recrudescenza degli attacchi alla caccia, in gran parte conseguenza proprio della campagna elettorale in atto; ma anche le opportunità per una riqualificazione della nostra attività e ruolo date dalla nuova Pac e dai piani di sviluppo rurale attraverso interventi di miglioramento ambientale finalizzati a recupero della fauna migratoria e stanziale in sinergia con le associazioni agricole, così come dai piani faunistici venatori regionali sono stati alcuni dei temi affrontati nella relazione del Presidente Gian Luca Dall'Olio e su cui si è espressa l'assemblea, presieduta con garbo e competenza da Lorenzo Bertacchi, provinciale di Bergamo.
"Federcaccia ha bisogno di una visione - ha detto il Presidente Dall'Olio - e una visione concreta per essere tale deve essere in grado di fare una analisi critica della situazione per poter procedere consapevolmente in una direzione specifica".
Anche lo stato dell'arte di studi e ricerche intraprese e in corso dagli Uffici tecnici di Federcaccia e che non pochi risultati positivi hanno portato per tutti i cacciatori, in termini di calendari e tempi di prelievo, così come di ricorsi vinti davanti ai Tar, ma anche col riconoscimento per la Federazione di un ruolo a livello europeo anche presso la Commissione Ambiente è stato ampiamente illustrato, così come i campi di intervento ad oggi non ancora o non sufficientemente affrontati.
A partire dalle relazioni del dottor Michele Sorrenti (Attività FIdC in ambito europeo e dell'Ufficio Avifauna Migratoria alla gestione venatoria italiana) e della dottoressa Giorgia Romeo (Possibile ibridazione fra lepre italica ed europea), passando per il dottor Michele Bottazzo (Politica Agricola Comunitaria: un'opportunità per il mondo venatorio), il dottor Daniel tramontana (Progetto lepre italica in Sicilia) e il dottor Valter Trocchi (Il progetto Life per la reintroduzione della starna italica), per chiudere con il dottor Ivano Artuso (10 anni di indagine Uncza sulla selvaggina di montagna) e la dottoressa Antonella Abate (Progetti di ricerca su lepre e cesena di Federcaccia Lombardia) i presenti hanno potuto avere un quadro di insieme di quanto realizzato da Federcaccia e dai tanti cacciatori che a titolo gratuito e volontariamente prendono parte a queste iniziative, ma anche di quanto ancora c'è da fare con l'impegno di tutti.
"Un percorso da consolidare e continuare - ha rimarcato il vicepresidente Carnacina a margine delle relazioni tecniche - riprendendo in mano alcune cose che non abbiamo portato a termine, confrontandoci e superando le eventuali criticità o diversità di lettura nelle opportune sedi, senza pregiudiziali, perché ormai abbiamo dimostrato che il futuro della caccia passa dalla ricerca e senza il sostegno della scienza non è più possibile pensare di poter sostenere le nostre azioni. Oltre la teoria conta la concretezza e noi abbiamo saputo costruire una rete sul territorio coordinando i volontari perché i cacciatori sono fondamentali nelle operazioni di monitoraggio e di raccolta dati. È questa la strada che dobbiamo percorrere convintamente".
Un richiamo a proseguire nell'impegno senza lasciarsi distrarre dai problemi contingenti è venuto anche dal vicepresidente Massimo Buconi. "Non ci può essere una visione alta del ruolo della Federcaccia senza avere alle spalle una struttura composta dai regionali, provinciali e comunali che la sostenga e le dia risorse e forze per sostenerla. Le due cose sono strettamente legate, due facce della stessa medaglia. Siamo tutti una Federazione, siamo tutti Federcaccia".
Attenzione alle regioni dove la presenza e l'azione della Federazione sembra aver bisogno di sostegno e rilancio è alla base di un progetto annunciato dal vicepresidente Antonio D'Angelo, che ha espresso anche la necessità di un confronto e una analisi dell'andamento delle iniziative degli ultimi anni per fare un punto più chiaro del quadro dei progetti in cui si è impegnata Federcaccia nazionale.
Ospite dei lavori l'avvocato Alberto Maria Bruni, che fra le altre cose ha esposto la recente approvazione del decreto legislativo recante le disposizioni volte a prevenire e gestire l'introduzione e la diffusione delle specie esotiche invasive, precisando che adesso è espressamente consentito alle Regioni, oltreché alle Provincie Autonome, di avvalersi finalmente anche di soggetti privati, un risultato perseguito con determinazione da FIdC, così come le proposte di modifica dell'articolo 12 e 19 della 157/92 inserite come emendamento alla legge di bilancio e mirate rispettivamente a riaprire la possibilità per i cacciatori formati di prendere parte agli interventi di controllo e di attuazione dei piani di abbattimento e ad escludere dall'obbligo di soccorso della fauna selvatica in difficoltà le specie esotiche invasive e le specie sottoposte ai piani di controllo, prevedendo altresì la possibilità di sopprimere dette specie sul luogo di eventuali incidenti stradali anche da parte di cacciatori di selezione adeguatamente formati ed iscritti in appositi registri tenuti dalle Regioni.
Un emendamento di assoluta chiarezza e al servizio del sistema Paese, che è invece stato ritirato, come si è saputo pochi giorni dopo l'Assemblea, su pressione dei Verdi e di altre sigle abolizioniste per mere questioni ideologiche mantenendo così la difficoltà di Regioni e Province nella gestione faunistica del territorio.
Fra gli appuntamenti d'obbligo dell'Assemblea di dicembre la votazione del Bilancio preventivo 2018, approvato sia in Consiglio nazionale che dall'Assemblea.
"Nonostante la costante riduzione delle entrate da tesseramento dovute al fisiologico calo dei cacciatori - ha giustamente voluto ricordare il presidente Dall'Olio - la cura e l'attenzione poste nella gestione dei conti da questo consiglio di presidenza, con l'aiuto e la collaborazione di tutta la struttura federale, non solo ha in solo un anno ripianato il disavanzo ereditato dalla precedente gestione, ma ha anche consentito un costante aumento degli investimenti in termini di uffici e iniziative di ricerca, con l'acquisizione di competenze professionali a tempo determinato e indeterminato mantenendo i bilanci degli ultimi anni sempre a pareggio".
Gli auguri per le prossime festività natalizie ai presenti e a tutti i cacciatori, hanno concluso anche questa Assemblea".
Roma, 19 dicembre 2017