A ricordare in tv (ospite sulla Rai ad Uno Mattina) che la caccia è un’attività importante per 600-700mila persone, strettamente regolamentata, importante dal punto di vista economico e perchè genera migliaia di posti di lavoro, è stata Stefania Craxi, ex sottosegretario del ministero degli Affari Esteri, nonchè essa stessa cacciatrice.
“In Italia – ha detto la Craxi – ci sono circa 300 specie protette e buona parte del territorio è, in un modo o nell’altro, già precluso alla caccia”. Inoltre, ha aggiunto, “la caccia è importante anche sotto il piano economico, ad essa sono legate attività e posti di lavoro”. Ad esempio, ha proseguito, “gli introiti per il turismo, per chi produce e commercializza prodotti destinati ai cacciatori, ai nostri fucili e munizioni che sono un’eccellenza italiana che raggiunge ogni angolo del mondo”.
“L’Attività venatoria - ha aggiunto - , nel nostro paese, ha un’estrazione popolare, viene praticata da operai e pensionati, certo non da principi e conti. Perché si vuole impedire ad un pensionato di praticare la propria attività preferita? Nuoce a qualcuno? Certamente no. Si tratta solo di livore ideologico, che meriterebbe cause più degne”.
“Nel mondo animal-ambientalista – ha concluso Craxi – regna un’aggressività che sarebbe degna di miglior cause. Io sono un’amante egli animali, in casa ho tre gatti ed quattro cani, tutti trovatelli, ma le persone sono persone e gli animali sono animali, questo concetto deve essere chiaro. Io sono estremamente rispettosa delle convinzioni altrui ma ritengo che bisogna rimanere all’interno di argini di concretezza”.