Riceviamo e pubblichiamo:
Dando seguito a quanto annunciato nel comunicato del 6 dicembre, le Associazioni venatorie riconosciute ANLC, ANUUMigratoristi, Arci Caccia, Enalcaccia, Federcaccia, Italcaccia e il CNCN si sono rivolte nei giorni scorsi ai leader dei principali partiti politici per tornare a denunciare i contenuti faziosi e diffamatori della trasmissione “Indovina chi viene dopo cena” andata in onda su Rai Tre il 4 dicembre, tutta tesa a colpire la caccia, che è invece un’attività indispensabile per la gestione della fauna selvatica e la tutela delle colture agricole, oggi e per il futuro.
Questo il testo della lettera inviata agli onorevoli Pietro Grasso, Giorgia Meloni, Angelino Alfano, Silvio Berlusconi, Matteo Renzi e Matteo Salvini:
Sottoponiamo alla Sua attenzione un grave episodio di disinformazione strumentalmente di parte, realizzata nella trasmissione televisiva “Indovina chi viene dopo cena” andata in onda su RAI 3 lunedì 4 dicembre in seconda serata.
La puntata in questione si è caratterizzata per una linea assolutamente e dichiaratamente contraria all’esercizio venatorio e ai suoi praticanti, ricca di inesattezze tecniche sfociate spesso in vere e proprie falsità, sostenute con argomentazioni prive di riscontri oggettivi e prive di qualsivoglia forma di contraddittorio. Una vera e propria criminalizzazione della caccia e dei cacciatori, denigratoria di una categoria di cittadini che esercitano una attività prevista e normata dalle leggi dello Stato e offensiva per una cultura millenaria.
In particolare, la trasmissione è quasi per intero dedicata alla descrizione di una serie di attività illecite e addirittura criminali, purtroppo ben note, che solo indirettamente possono essere associate all’attività venatoria, ma che invece, arbitrariamente ed irresponsabilmente, vengono esplicitamente presentate come un prodotto naturale della caccia, se non addirittura come un modo in cui essa viene esercitata. Il tutto condito con l’affermazione di gravi carenze normative, mentre sono a tutti ben noti i vincoli di varia natura che le regole nazionali e comunitarie pongono ai cacciatori.
Un approccio serio ai temi affrontati, quale è quello che si richiede ad un servizio pubblico, avrebbe quindi postulato una analisi più approfondita e documentata dei problemi e soprattutto la possibilità di una interlocuzione dei rappresentanti del mondo venatorio, tanto più che gli illeciti segnalati, proprio per le conseguenze negative sulla caccia, sono da tempo al centro dell’attenzione delle Associazioni venatorie che attraverso le loro guardie giurate e volontarie svolgono anche, sul territorio, una concreta azione per il loro contenimento e la loro repressione.
Il servizio pubblico d’informazione della RAI prevede un codice etico cui rispondono, o così dovrebbe essere, i comportamenti dei giornalisti professionisti che sono tenuti alla imparzialità e non dovrebbero permettersi una comunicazione faziosa e fondamentalista.
In rappresentanza delle Associazioni Venatorie nazionali riconosciute dalla legge riteniamo sia necessario e urgente un intervento dei gruppi parlamentari che, visionata la trasmissione, dovrebbero produrre una puntuale e argomentata interrogazione alla Commissione Parlamentare di vigilanza affinché sia consentita la pari opportunità di comunicazione ai cittadini e alle associazioni che li rappresentano.
Auspichiamo di poter essere messi in grado di far conoscere anche la nostra visione sui fatti riportati e che le istituzioni assicurino in futuro che questi fatti non si ripetano.
Certi di un Suo interessamento a tutela della imparzialità di informazione e di pari opportunità di tutti i cittadini, La salutiamo cordialmente.
I presidenti delle Associazioni Venatorie riconosciute
- Associazione Nazionale Libera Caccia, Paolo Sparvoli
- ANUUMigratoristi, Marco Castellani
- ARCI Caccia, Sergio Sorrentino
- Enalcaccia Pesca e Tiro, Lamberto Cardia
- Federazione Italiana della Caccia, Gian Luca Dall’Olio
- Italcaccia, Gianni Corsetti
e per il - Comitato Nazionale Caccia e Natura, Nicola Perrotti